Recalibration

Ricalibratura

scritta da Wentworth Miller (29 luglio 2018)

Traduzione a cura di Lucia Salvato

 Questa pagina non è più quella di una volta. (Una cosa positiva. Secondo Me).

 

Sto facendo del lavoro qui. Lavoro che prendo seriamente. E mi impegno a continuare a creare un contenitore (relativamente) sicuro, e (relativamente) strutturato in cui farlo.

 

Tutte le altre preoccupazioni, fino ad arrivare a ciò che è accogliente e comodo per le altre persone, passano in secondo piano.

 

Scrivo e condivido per me. E parlo a quelli che capiscono quello che ho da dire. (O una parte di quello che ho da dire). Alcune di queste persone sono qui adesso. Alcune di queste persone devono ancora arrivare. Le restanti sono solo…qui. Capisci cosa intendo?

 

Ad alcuni di voi va bene questo. Alcuni di voi capiscono da dove io arrivo. Gli altri potrebbero ma continueranno ad andarsene. Con o senza assistenza. Questo include persone che…

 

  • Si divertono a portare drammi in questa pagina. Si riferiscono a drammi in questa pagina. Commentano su drammi in questa pagina.
  • Mi spammano con emoji e con qualsiasi-cosa danzante. Sono un uomo di 46 anni. Riesco a vedere i miei 50 dal punto in cui mi trovo (e mi godo la veduta). Queste scemenze non sono appropriate.
  • Mi chiamano “tesoro”, “baby”, “dolcezza”. Ecc. Se chiedeste a chiunque mi conosce nella vita di tutti i giorni, di descrivermi, “dolce” non sarebbe tra i primi 20. Credetemi. Ritengo questo tipo di terminologia non solo inaccurato e inappropriato alla mia età, ma condiscendente. Parte di una tradizione culturale designata (consapevolmente o inconsciamente) a minimizzare e infantilizzare gli uomini gay. E anche gli altri. In una prospettiva analoga, sono altrettanto poco incline ad essere definito come il “marito gay”, il “migliore amico gay”, il “gay” qualunque cosa. La gente che mi conosce nella vita di tutti i giorni non lo fa. Tipo, mai.
  • Credono che io abbia l’abitudine di visitare la loro pagina FB personale. Non lo faccio. Non lo farei mai. È un confine che non attraverso. (A meno che non siate super-carini. E questo è successo solo poche volte pochi anni fa. Non faccio più queste sciocchezze. Non è appropriato. A meno che non siate super-carini).
  • Si lagnano con me a nome di persone che non sono più in questa pagina. Se non ci sono, è per una ragione. Andate avanti.
  • Si divertono a giocare allo psicologo. Continuano a ParlarMi come se mi conoscessero (non mi conoscono), come se potessi essere interessato alle loro interpretazioni su Ciò Che Non Va In Me (non lo sono). Che scrivono “Dovresti…”, “Devi…”, “Hai bisogno di…”. Queste persone dovrebbero, devono, hanno bisogno di focalizzarsi su sé stesse. Di spendere più tempo nel fare il loro lavoro, pretendendo meno di sapere come dovrebbe essere il mio. Secondo Me.
  • Confondono le Opinioni coi Fatti. Le conversazioni, sia online che nella vita reale, andrebbero più agevolmente se si iniziasse ogni affermazione con “È mia opinione…” o “Secondo la mia esperienza…” o “Secondo la mia fede…”. Questo mostrerebbe rispetto, umiltà, e consapevolezza che le altre persone potrebbero non pensarla come noi. O che non ne hanno bisogno. Cercare in tutti i modi di cacciare la nostra Verità in gola a qualcun altro è una Grande Tradizione Americana. (Non esclusivamente Americana, ma sembriamo avere un talento per questo). Non riserverò spazio a tutto ciò qui dentro.

 

Queste sono le mie ultime parole (si spera) per quanto riguarda la manutenzione e la regolamentazione di questa pagina. Uno dei milioni e più motivi per i quali avevo fatto un passo indietro da FB, in passato, era perché mi ero stancato di giocare al maestro e all’agente del traffico. Non ho l’energia per questo. Quindi, per favore, tenete i drammi e le combriccole e le c-azzate da “cattive ragazze”, i “cattivi ragazzi” i “cattivi loro” fuori dalla mia pagina.

 

Come al solito, siete responsabili della vostra esperienza qui. Se ti ritrovi non benvenuto, 1. C’è una ragione. 2. Non ti è dovuta nessuna spiegazione. Se non ti sta bene…pazienza. Questo non è uno spazio in cui puoi dire qualunque cosa ti passi per la testa. Sì, tutti abbiamo il diritto di Dire la Nostra Verità. Questo non significa che chiunque Debba Ascoltarla. C’è un posto designato in cui puoi Dire la Tua Verità con una ragionevole aspettativa di essere ascoltato. Si chiama “la tua pagina”. Ecco perché Dio/Mark Zuckerberg l’ha inventata. – WM

 

Quanto sopra non è “la verità”. È la mia verità. La mia verità del momento. Dalla quale mi riservo spazio e permesso di evolvermi ad ogni momento.

 

Nota originale QUI.