Come un dente di leone sul marciapiede, io resisto

Sotto “processo” oggi la foto / meme con il post di risposta, che vedete qui in copertina:

IL MEME: Fans storici e fans appena acquisiti di Prison Break, sicuramente la foto in questione l’avrete vista almeno una volta digitando #Prisonbreak sui vostri computer. Quelli di voi che seguono Wentworth Miller come attore e come scrittore e le sue note e “vicende” al di fuori di Prison Break, hanno sicuramente letto stanotte (ora italiana) il disastro di citazioni e commenti che si è verificato sulla sua pagina ufficiale e su molte altre pagine di magazine on line, circa questa vecchissima foto (2010).

Tutto nasce perché per l’ennesima volta alcuni Blog, pagine e siti prendono come riferimento certi meme vecchissimi riferiti alla presenza fisica di Wentworth durante il periodo post-Prison Break. Il meme è riferito alla questione “cibo” e all’aumento di peso (nemmeno così grave) del nostro Wenty – durato così poco che mi stupisce che ci sia ancora qualcuno che continui a condividere questo meme. – Insomma, come qualsiasi individuo normale al mondo, Wentworth Miller ancora vittima di quel bullsimo strisciante che vige in maniera leggera e spensierata su pagine ironiche, nate al solo scopo, in realtà, di fare divertire e non di offendere individui, abitudini, celebrità ecc , affibbiando delle etichette che – portate allo stremo – rischiano di diventare virali. La maggior parte del pubblico di queste pagine e blog non conosce la storia che si accampa dietro queste foto “rubate”, ma quello che colpisce e fa parlare oggi in rete sopratutto all’interno della Went’s Fandom non è il MEME in se ma il coraggio puro e onesto di Wentworth nell’affrontare ancora, per l’ennesima volta (e ormai ci siamo abituati alle sue battaglie a suon di parole), argomenti così fragili e delicati come questo “bullismo spensierato”. Quello che per gli utenti on line nel mondo, potrebbe essere soltanto un gioco divertente, una vecchia foto ironica o semplicemente la normalità. Forse il mio termine “bullismo” vi sembra esasperato? Continuate a leggere cosa abbiamo da raccontarvi…

29 marzo 2016.

Went ha affrontato, tra la fine di Prison Break (2009) e il 2010 un momento personale devastante, il tutto probabilmente somatizzato dal suo fisico (come capita a tutte quelle persone normali che sulla pagina di Lad Bible hanno sbeffeggiato la foto, talvolta disprezzando l’attore). Molti di noi followers hanno amato questo attore/scrittore, nonostante purtroppo per Miller, quei 20 chiletti furono la bandiera di una richiesta d’aiuto. Lui ce lo ha raccontato, per due anni su FB ei fan in pagina lo hanno supportato, hanno ascoltato in silenzio quelle parole glaciali in merito alla sua lotta alla depressione. Abbiamo poi tutti compreso e rispettato le sue lacrime, le urla non ascoltate, la solitudine, la violenza dell’incomprensione e delle cose taciute. Ci ha raccontato della sua paura di essere solo. Il timore di non sopravvivere a Hollywood. Il silenzio angosciante tra lui e la fama.

Oggi lui scrive questo e per voi #Breakers che avete amato #MichaelScofield l’Eroe, spero sia da monito e da insegnamento per tutte le vostre lotte quotidiane, qualsiasi esse siano… Wentworth Miller non è Scofield ma è l’eroe che ha salvato se stesso. ASCOLTATELO.

Mille grazie professore Wentworth Miller , anche oggi lezione eccellente!


Qui di seguito sono riportati alcuni links condivisi da Went. 

www.afsp.org

www.suicidepreventionlifeline.org

www.activeminds.org

www.thetrevorproject.org

www.iasp.info

Qualche ora dopo la pagina di THE LAD BIBLE, rettifica cancellando il post ironico su “mc Donald’s” aggiungendo le proprie scuse direttamente all’interessato. Nel giro di 24 ore (30/3/16) molte emittenti TV parlano del caso.

Vedi Scuse della pagina a questo link The LAD bible

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TRADUZIONE POST DI WENT:

Oggi mi sono ritrovato ad essere oggetto di una meme su Internet. Non era la prima volta.

Questa, tuttavia , spiccava più delle altre.

Nel 2010, semi-ritirato dalle scene, cercavo di mantenere un profilo basso per una serie di ragioni.

Prima di tutto, avevo tendenze suicide.

Da allora, io ho scritto sull’argomento, ne ho parlato e ho condiviso.

Ma in quel periodo, soffrivo in silenzio. Come fanno molti. L’estensione dei miei sforzi era conosciuta da davvero poche persone.

Sofferente ed umiliato, mi consideravo merce avariata. E le voci nella mia testa mi spingevano verso l’autodistruzione.Non era la prima volta.

Soffro di depressione sin dalla mia infanzia. E’ una battaglia che mi costa tempo, opportunità, relazioni e migliaia di notti insonni.

Nel 2010, nel momento peggiore della mia vita da adulto, cercavo dappertutto del sollievo/conforto/distrazione. E mi sono rivolto al cibo. Sarebbe potuta essere ogni cosa. Droghe. Alcool. Sesso. Ma il cibo divenne l’unica cosa che desideravo. L’unica cosa su cui contavo per superare quel momento. C’erano dei periodi in cui il momento clou della settimana erano il mio piatto preferito ed un nuovo episodio di TOP CHEF.A volte questo era sufficiente. Doveva esserlo.

Ed ho messo su del peso. Sapete che grande affare del c****?

Un giorno, mentre camminavo per le vie di Los Angeles con un amico, incrociammo una crew che girava un reality show. Io ne ero all’oscuro, ma c’erano in giro dei paparazzi. Mi scattarono una foto che fu poi pubblicata con a fianco un’altra mia foto, proveniente da un altro periodo della mia carriera. “Hunk To Chunk.” “Fit To Flab.” Etc. [Da figo a grassone, ndt].

Mia madre ha una di quelle “amiche” che è sempre la prima a riportare le brutte notizie. Ritagliarono uno di questi articoli da un noto magazine nazionale e glielo inviarono per posta. Lei mi chiamò preoccupata.

Nel 2010, combattendo già per la mia salute mentale, quella era di certo l’ultima cosa di cui avessi bisogno.

Per farla breve, sono sopravvissuto.

E così sopravvivono anche quelle foto.

Ne sono felice.

Ora, quando vedo quelle foto in cui indosso la maglietta rossa, mi ricordo delle mie battaglie. La mia resistenza e la mia perseveranza alla faccia di tutti i demoni che devo affrontare. Alcuni interni. Alcuni esterni.

Come un dente di leone sul marciapiede, io resisto.

Sempre. Ancora. Nonostante tutto.

La prima volta che questa meme è comparsa sulla home dei miei social media, devo ammetterlo, mi faceva male respirare. Ma come ogni cosa nella vita, associo ad essa un significato. Ed il significato che io attribuisco a questa/mia immagine è Forza. Guarigione. Perdono.

Per me stesso e per gli altri.

Se tu, o qualcuno che conosci, sta soffrendo, l’aiuto è disponibile. Chiedete aiuto. Mandate un messaggio. Mandate una mail. Telefonate. A qualcuno importa. Aspettano di sentire solo te. Con tanto amore. – W.M. ‪#‎koalas ‪#‎inneractivist ‪#‎prisonbroken


Articolo a cura di Miria

Traduzione a cura di Tamara 

Revisione e redazione a cura di Noemi