Mailbag 4.1

Se c’è una domanda che vorreste chiedere, potete farlo qui. Ne sceglierò qualcuna e, quando avrò il tempo posterò una risposta pubblica.

Una domanda a persona, per favore.

Le domande a cui io ho già dato una risposta nelle Mailbag precedenti, non verranno prese in considerazione.

Mi sono preso la libertà di rispondere in anticipo a due domande che hanno a che fare con il mio lavoro. Leggete sotto le risposte, per favore. Saluti. – W.M.

* * * * *

Domanda: Farai parte del prossimo cast di Resident Evil?

Risposta: No. I produttori mi hanno contattato, io non ero disponibile e la conversazione è finita lì. Spero che il film sia un successo.

* * * * *

Domanda: Cosa puoi dirci sul reboot di PRISON BREAK, conosciuto anche con il nome di “Prison Break Stagione 5?

Risposta: Non molto, purtroppo. L’ultima volta che li ho sentiti, il programma era quello di girare una stagione composta da 10 episodi (pressapoco) nella primavera del 2016. Non so quando la serie andrà in onda. E questo è tutto quello che so dirvi. Se ci saranno nuovi dettagli — e posso condividerli — lo farò. Promesso.

Mailbag (4.1)

Domanda: Adesso chiami Vancouver/il Canada la tua nuova casa? Hai intenzione di vivere lì per sempre? Grazie in anticipo… #koalasyourway (Abbracci).

Risposta: Certo. La Columbia Britannica è casa mia. Per adesso. E lo sarà finché non lo sarà più. Una volta che avrò terminato le riprese di LEGENDS (o non sarò più parte del cast di LEGENDS, prima che la serie termini) andrò avanti per la mia strada. Ma non credo che ritornerò più ad LA. Andrò a vivere in un nuovo posto. Forse più vicino ai miei amici/famiglia. Andrò in un posto dove ci sono le stagioni. Sì. Un posto dove ci sono le stagioni. 🙂

* * * * *
Domanda: Hai dei consigli da dare su come scattare delle foto bellissime come le tue? Questa non è una domanda a cui puoi rispondere con un sì o con un no. 😉

Risposta: Ti ringrazio per il complimento. La risposta è… “Non proprio”. Di solito aspetto che qualcosa attiri la mia attenzione. Un panorama, un oggetto, una superficie… Poi mi domando perché proprio quella cosa abbia catturato la mia attenzione. La luce, forse? Il colore? La prospettiva da cui l’ho percepita? Poi, scatto la foto e cerco di catturare qualunque cosa mi attiri. Ma non sempre ci riesco. A volte, quel qualcosa che mi attira non c’è. E allora lascio perdere. Ma di tanto in tanto riesco a catturarlo. Perlomeno una parte di esso. Ed in quel caso o amo lo scatto e lo condivido, oppure, lo modifico con i filtri, poi lo amo e poi lo condivido. Per ogni foto che pubblico, almeno una dozzina forse le ho cancellate. Menomale che esistono gli Smartphone. Menomale che non devo pagare un fotografo per sviluppare il rullino. In quel caso ci sarebbe uno spreco di rullini.

* * * * *

Domanda: Hai mai trovato l’amore??

Risposta: Sì. Più di una volta.

* * * * *
Domanda: Da insegnante di Inglese in un liceo, trovo che sia una lotta continua inculcare nei mie bravi, ma piuttosto svantaggiati, molto delusi e di solito disimpegnati alunni, l’abitudine di leggere — non parliamo dell’amore per la letteratura. Se venissi eletto il Re di tutte le Scuole, quali libri sceglieresti di far leggere affinché accendere nei ragazzi di oggi l’amore per la lettura??

Risposta: Prima di tutto, ci tengo a ringraziarti per il lavoro che fai. Il mio insegnante di liceo ha avuto un impatto positivo e duraturo su di me, sia in quanto studente che in quanto essere umano.

Purtroppo, non riesco a pensare ad un libro — te lo garantisco — che potrebbe “accendere quella passione” di cui parli. I libri che io amo/che ho amato sono capitati nella mia vita quando io ero nella condizione di apprezzarli. Hanno parlato a chi io ero, dove e quando ero. Ed ecco perché hanno trovato il mio favore. Ed il percorso è diverso — deve essere diverso — per tutti.

Detto questo — e credo che questo sia già un luogo comune — (sperando) di accendere nei miei studenti l’amore per la lettura, inizierei con i romanzi per ragazzi di successo che sono stati adattati in film diventati di successo. Qualcosa che sono certo che loro abbiano visto o che vorrebbero vedere. Farei prima veder loro il film, poi farei loro leggere il libro e poi ne parleremmo insieme. Poi, farei leggere loro un altro libro, dello stesso autore, o un classico che tratti lo stesso argomento (come, ad esempio, “Hunger Games” [Titolo Originale: The Hunger Games] prima e dopo “Il Signore delle Mosche” [Titolo Originale: Lord Of The Flies]. E poi via dicendo. E poi spererei che almeno uno o più di uno dei miei studenti abboccasse e cominciasse a leggere anche per conto suo.

* * * * *

Domanda: Se non fossi diventato un attore, cosa credi che staresti facendo ora?

Risposta: Non saprei. Ma la mia prima ambizione — prima della recitazione — era quella di diventare un monaco. E di vivere in un antico monastero. Tra le montagne.

Mi sono immaginato, in maniera dettagliata e molto specifica, con la tonaca ed il cappuccio (marrone, di lana e ruvido), camminare in un corridoio rivestito di pietra mentre le campane suonano a distanza. L’adulto che sono ora comprende perché quella vita attirasse il ragazzo che ero allora. La possibilità di una vita di pace e tranquillità. Il voto del silenzio. Una vita vissuta per Dio (che, secondo il ragazzo che ero allora, assomigliava molto al Re di Cuori sulle Bicycle [ndt: pregiate carte da gioco]. Mi immaginavo vivere in un bel castello. O in un posto che assomigliava ad un bel castello. L’adulto che sono oggi sospetta (ma non può confermarlo) che al ragazzo che ero allora piacesse l’idea di una comunità tutta al maschile. Ed una scelta d’abito che non facesse distinzioni di genere. 😉

* * * * *

Domanda: La mia domanda è: come affronti la depressione? Io non riesco a superarla. Sono un transgender e mi trovo in difficoltà quando la mia famiglia non declina i pronomi al maschile o non mi chiama per nome. Per me sei una fonte d’ispirazione perché parli di LGBT e di sanità mentale.

Risposta: “Come supero la depressione?” è una bella domanda. Faccio onore a te (e agli altri) che hanno il coraggio di chiedermelo. Il più importante consiglio che posso darti è questo: non isolarti. Comunica. Chiedi aiuto. Chiedere aiuto può voler dire vedere un terapista, un assistente sociale, il tuo dottore. Chiama una hotline gratuita e confidenziale. Affidati ad una comunità online che affronta problemi simili ai tuoi.

Oppure, fai tutte le cose che ti ho appena elencato. Ricordati che non sei da solo. Ci sono passati anche gli altri. E qualcuno che ti comprende ti sta aspettando per ascoltarti.

Tempo fa, ho condiviso una serie di link di riferimento per la depressione/problemi mentali. Puoi ritrovarne alcuni qui: www.facebook.com/notes/wentworth-miller/resource-page/1633692013510401

Se hai tra i 13 e i 24 anni puoi chiedere l’aiuto di una comunità LGBTQ, di una chat ed un supporto qui: www.trevorspace.org

* * * * *

Domanda: Il tuo #carechronicle (ndt: una sorta di diario su cui annotare ciò che facciamo e che ci fa stare bene) di Ottobre è geniale ed un’idea fantastica. Che cosa ti ha fatto decidere di condividerlo con tutti, su un Social Network? E ti ha anche dato la libertà di esprimere cose che forse in passato non avresti mai condiviso?

Risposta: Grazie! Sono contento che ne apprezzi il valore. Lo apprezzo anch’io.

L’Autunno è una stagione ingannevole. Via via che le giornate si accorciano/diventano più buie, mi rendo conto che io mi chiudo in me stesso, divento silenzioso, desidero andare in letargo. Per me è importante diventare (persino più) consapevole di quello che faccio per rafforzare quotidianamente la mia mente/il mio corpo/ la mia anima, per esplorare le svariate forme che la cura di se stessi può assumere.

Naturalmente, la cura di se stessi può coincidere con una giornata alla SPA, ma (a parere mio) potrebbe coincidere anche con il ritirare dall’asciugatrice delle lenzuola pulite, oppure, dire la mia o non guardare un film che non mi farà dormire la notte.

Quando, nel mese di Ottobre, ho deciso di mettere per iscritto le azioni che per me equivalevano al prendermi cura di me stesso, ho pensato: ma perché non condividere con gli altri ed invitare la gente a fare altrettanto? E lo hanno fatto. Ed è stato molto generoso da parte loro. E fonte d’ispirazione. Sto già raccogliendo i frutti.

* * * * *

Domanda: Posso dare inizio ad un #carechronicle qui in Bangladesh? Con tutti gli amici che ho qui su Facebook?

Risposta: Certo. E’ una bella idea.

SOURCE

Traduzione a cura di Tamara Rizzato

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *