WENTWORTH MILLER“superhero”: ambasciatore dei problemi della salute mentale, contro il bullismo e ogni forma di discriminazione.

14642044_978579472287431_849607001164052035_n“Parte del suo fascino è che lui (Scofield) … è un artista sempre in fuga. Un sopravvissuto. E’ passato attraverso alcune circostanze estreme. Lo abbiamo osservato attraverso il suo viaggio, lo abbiamo visto continuamente trasformare la paglia in oro, è stimolante. Lui ha qualcosa in cui tutti possono identificarsi nel proprio modo”.

(Wentworth Miller parlando di Michael Scofield – Oxford, 9 ottobre 2016)

Altroché Villain in #TheFlash. Altroché eroe taciturno e stratega in #PrisonBreak.
Il 9 ottobre 2016 Wentworth Miller (che in questa pagina amate nella sua forma di Michael Scofield) ha partecipato a un prestigioso meeting all’università di Oxford – UK. L’Oxford Union si prefigge di preparare dibattiti sociali sulla salute mentale, la depressione, il razzismo, il sessismo e tutte le forme di discriminazione sociale. #WentworthMiller è stato invitato nel week-end del 9-10 ottobre all’Oxford Union, toccando uno dei dibattiti più importanti: la depressione e il suo coming out. E’ stato premiato successivamente con l’”Attitude awards“, l’evento che celebra i risultati ottenuti in vari settori sociali, supportando chi si batte contro ogni forma di discriminazione. Miller riceve un premio per Man of the Year”.
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Miller condivide, in questa occasione, il suo coming out come uomo gay e lo fa con una gentilezza e grazia proprio degna di un premio. Racconta, di fronte a un pubblico universitario (gli studenti dell’Università di Oxford), la sua travagliata storia e le sue battaglie con la salute mentale. Si racconta davanti a un pubblico di occhi curiosi e bramosi di onestà, si confida apertamente con un filo di voce, dapprima insicura, vulnerabile, poi si confessa nervoso e continua con sincerità, con una passione e una fragilità che lo rendono un guerriero dei nostri tempi. Narra come se fosse un saggio che siamo tutti sulla medesima barca, e spiega come la sua spada sia la sua penna/ la scrittura. La sua sfida sia un foglio bianco. Il suo nemico, sia stata la depressione, la paura e il giudizio degli altri.
Ma “non c’è nulla di romantico nella depressione dice uno dei più grandi ladri di cuori di Hollywood. Wentworth Miller che si era pubblicamente dichiarato gay nel modo più intelligente che una celebrità avesse mai fatto, nel 2013, quando aveva utilizzato “la scusa” di una risposta a un invito a partecipare come ospite d’onore al “St Petersburg Film Festival” rispondendo con una lettera forte, diretta e aperta che dichiarava di non potervi parteciparein coscienza non posso partecipare come ospite ad un evento celebrativo in un paese dove alle persone come me vengono negati sistematicamente i loro diritti fondamentali di vivere e di amare apertamente“, rispondendo così anche alla repressione violenta e xenofoba in Russia sulla comunità LGBT. Ed eccolo utilizzare ancora la parola, la scrittura, per iniziare le sue battaglie. E ‘stato un passo enorme per la star di Prison Break, che fino al 2013 si era nascosto dietro il suo diritto di non commentare o replicare pubblicamente le voci che circondavano la sua sessualità e la sua vita sentimentale privata. I fans sono stati per anni dalla sua parte ma molti anni dopo, dal debutto della serie tv che lo aveva portato al successo nel ruolo di #michaelScofield, l’attore britannico/americano, ma sopratutto l’uomo dietro quell’attore, riflette sul suo cammino personale, dichiarandosi apertamente, meravigliosamente e serenamente gay. Ma non lo fa in sordina e non esce di scena, non scappa anche questa volta dai riflettori, sceglie di raccontarsi, proprio sotto quelle tanto temute telecamere. (HRC Coming Out – guarda il Video del 2013)
“E ‘stata una strada lunga. L’ho fatto a modo mio. E con i miei tempi” afferma “Quando mi sono sentito pronto: emotivamente, mentalmente e spiritualmente. Quando ho avuto la certezza che esistesse un sistema di supporto. Penso che sia fondamentale stabilire un solido fondamento per poi scegliere di prendere una grande decisione per la mia vita “.
Ha raccontato poi di come in passato, prima ancora di essere una star di Hollywood, avesse provato a suicidarsi. Ha ribadito il dolore, le lacrime e le urla non ascoltate, ricordando ai giovani che tutto questo passa. che tutto questo ha una fine, quando si trova finalmente la propria tribù, pronta ad ascoltarti, a supportarti e a sostenerti, anche quando non sei una celebrità. Racconta così a cuore aperto delle pressioni che un attore gay subisce nel suo ambiente. Io non credo affatto che una produzione decida di non assumere attori apertamente gay perché odia i gay. Hollywood è solo business. E’ un’azienda. Non si tratta di odio ma si tratta di profitto ” dice “…se io sono un dirigente, un produttore e sto cercando di compiacere i miei leader aziendali, garantendo loro un ottimo weekend al botteghino all’uscita del mio film, se voglio mantenere un tetto sopra la mia testa sarò costretto a scegliere se assumere un attore etero o un attore apertamente gay per rappresentare quel film, e come produttore la mia intenzione sarà verso quello etero, semplicemente perché non voglio rischiare”.
L’opinione di Wentworth ci fa riflettere su come sia tremendamente fragile ancora questo mondo apparentemente tollerante e “trasgressivo” come Hollywood, dove la posizione di un individuo apertamente gay è ancora molto scomoda sul grande schermo. L’industria del cinema sceglie ancora in base al gusto del pubblico, in base alla razza, al sesso, alla forma fisica, alla vita privata, a una preferenza sessuale. Il pubblico acclama maggiormente l’attore (o l’attrice) con canoni ben prestabiliti, l’attore bianco, uomo o etero. La domanda è chiara e Hollywood fa la sua offerta, non rischia per non perdere consensi. Toccante, mirato, vero e coraggioso il discorso di Miller. ( è possibile leggere il resto dell’intera intervista con Wentworth Miller redatta e eseguita da Attitude Magazine la rivista è inglese e uscirà nel mese di novembre).
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Così Miller esce dagli schemi e dagli schermi televisivi e si fa portavoce di #ActiveMinds. Oggi diventa non solo un appassionato sostenitore per la prevenzione del suicidio e la consapevolezza della salute mentale, ma addirittura ambasciatore ufficiale per Active Minds. L’associazione si dichiara sorpresa di ricevere un messaggio di posta elettronica, da parte di Wentworth Miller in persona, che candidamente richiede di poter far parte di questo gruppo di supporto, scrivendo: “Come uomo che sa bene cosa vuol dire lottare con la depressione, voglio contribuire a dare voce a tutte quelle persone che vivono oggi con gravi problemi di salute mentale. Voglio aiutare e assicurare loro che non sono soli, scrive Miller nella e-mail, “Questi problemi possono essere difficili da discutere. Ed è sempre impegnativo avviare una conversazione del genere. Così facendo voglio sostenere che va assolutamente bene chiedere aiuto ed è estremamente importante farlo. Io sono davvero orgoglioso di far parte del movimento Active Minds che lotta per il cambiamento, soprattutto all’interno dei college” – Miller aggiunge che conosce bene l’argomento e l’ambiente, data la sua diretta esperienza ai tempi della Princeton University e conclude – “Questa organizzazione fa tanto per gli studenti, e per i giovani ed è il tipo di lavoro che ora più mi sta a cuore “. 
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Secondo l’amministrazione del Mental Health Services, il suicidio è la seconda causa di morte tra gli studenti universitari. I giovani che stanno diventando adulti, rispetto ai bambini, affermano che lo stigma, le etichette che la società impone, il giudizio degli altri, la vergogna di parlare per paura di essere stigmatizzati è la ragione principale per cui non cercano aiuto di cui hanno bisogno. Infatti rispetto agli adulti più anziani, la fascia di età fra 18-24 anni, mostra il tasso più basso di richiesta di aiuto. Wentworth Miller per questa motivazione si renderà disponibile anche in futuro e dopo l’Oxford University sarà speaker al Campus universitario per la conferenza nazionale Active Minds il 4 novembre 2016, a Sacramento in CALIFORNIA. Il suo intervento sarà trasmesso in diretta.