E-mail ad un amico per la questione molestie sessuali.

Wentworth fornisce la sua opinione, e qualche consiglio non dettato dall’esperienza personale, ad un amico/fratello che parrebbe aver chiesto il suo aiuto. Dopo l’uragano Weinstein e i casi di violenza e molestia sessuale a Hollywood (e non solo a Hollywood) molti attori, produttori e crew della scena cinematografica finiscono nell’occhio del ciclone e sotto la lente di ingrandimento di una giuria, a volte violenta, che scevra di chiavi di lettura e di cognizione sottopone alla gogna chiunque, senza esclusione di colpi. Complice della stampa politicamente scorretta, oggi molti artisti innocenti vengono trascinati nel caso Weinstein.

Noi di WM ITALIA siamo da parte delle vittime. Sempre. Chiunque esse siano, purchè ci sia sempre un fondo di verità.

E Wentworth, come noi non si esprime in merito ai colleghi vittime o ai colleghi accusati di essere i predatori, ma posta il suo supporto con qualche opinione generica. Ciò che al primo colpo si evince da questa e-mail scritta forse come probabile risposta ad un amico (pubblicata su instagram il 16 novembre 2017) è che la sua confidenza deve essere pubblicata affinché ognuno comprenda come muoversi all’alba delle denunce di molestia sessuale, in ogni ambiente lavorativo e non. I nomi sono volutamente/elegantemente censurati da Wentworth per concedere la totale privacy del suo punto di vista e dei coinvolti in questa vicenda. Non sappiamo pertanto a chi viene dedicata la missiva in questione, né chi chiede a Wentworth un supporto morale. Non è dato comprendere o intuire a quale crew o cast, Went, si stia rivolgendo. Se questa situazione si svolge dove lui ha lavorato, o se è in riferimento a un ambiente estraneo a lui, ma vicino alla vittima.

Una e-mail, a nostro avviso, intelligente, disponibile e aperta a un dialogo che per l’ennesima volta apre un thread sul suo account instagram.

Confidiamo in una Vostra apertura mentale ed in un leastico ragionamento. Buona lettura.

FONTE INSTAGRAM (la fonte al momento potrebbe essere non disponibile per stessa rimozione dell’autore. A nota dell’articolo potrete trovare uno screenshot del testo originale)

Traduzione a cura di Miria


N.d.T. – Wentworth mette la seguente spaziatura ___ per indicare il nome di una persona che non può essere nominata. Altri nomi e cognomi diretti potrebbero violare la privacy del mittente questa email, quindi ___ potrebbe essere letto come il nostro “tizio-caio” .


Data: Lunedì, Nov 13, 2017 ore 11.04 AM

Oggetto:

Hey fratello, grazie per aver condiviso i tuoi pensieri con me. Qui di seguito ci sono (alcuni) miei punti di vista, in nessun ordine particolare (nessuna di queste è “la verità”. E’ la mia verità. Lo svilupparsi della mia verità. Io potrei pensarla diversamente domani. Mi riservo questo diritto.

Capisco che sei indignato, sconvolto, amareggiato. Lo sono anche io. Questi sono sentimenti legittimi.

“Dove mettere questi sentimenti legittimi?” e “Dove/come focalizzare la mia rabbia (rabbia che taglia in modo preciso e a caldo)?” Sono domande legittime.

Io non ho le risposte.

Stai inviando una e-mail alle-autorità-superiori. Racconta la tua verità. Segnalalo (segnalali).

Forte, impressionante, potente.

Poi cosa fai? Cosa speri che accada dopo? Come ti aspetti che rispondano? Cosa ti aspetti che ti dicano? Che mettano per iscritto? Ammissioni giuridiche?

Ritieni, ragionevolmente, che tutti quelli a cui tu indirizzi questa e-mail siano sulla difensiva, nel migliore dei casi, e complici, nel peggiore dei casi?

Cosa possono fare, realmente? Cosa sono disposti a fare, veramente? Oltre che salvare la propria faccia, minimizzare il danno, ridurre il ciclo di notizie, per poi rientrare nel giro del business. Business, come se niente fosse. Fino a quando, e a meno che, loro si saranno vergognati/estinti/incentivati ad essere/fare di meglio.

Loro avrebbero saputo essere/fare di meglio? Lo hanno detto? Lo hanno precisato per se stessi? (Dovrei raccontarlo io? Devo precisalo io?)

E… mettendomi nei tuoi panni, come faccio a dire la mia verità, a pretendere delle risposte, ad agevolare una conversazione, ad evitare di “focalizzare” me stesso in una situazione che, alla fine, non mi riguarda?

Come faccio, invece, a focalizzare __ ? E __ ? E __?

Analizzo assieme a loro. Chiedo come stanno/si sentono. Individuo quale sia stata la loro esperienza (se sono disposti a condividerla). Chiedo cosa vogliono vedere che accada in seguito, lo metto in chiaro che sono indignato, scioccato, amareggiato – che consente, prima di tutto, di amplificare anche le loro emozioni.

E… in questo “dialogo” con le autorità superiori, cosa io /tutti noi possiamo ragionevolmente sperare di ottenere? Insistere per ottenere, cosa specificatamente? Probabilmente…

Che ogni individuo coinvolto con __ (scrittori, produttori, membri del casts, membri del personale) si sottopongano a corsi obbligatori, per le molestie sessuali… al di là del semplice superficiale incontro, che molti di noi definiscono uno scherzo…

Che __ sia rimpiazzata da una donna… una donna queer… una donna queer e di colore… per esempio…

Che __ e __ facciano sostanziali donazioni pubbliche per conto di __ verso gruppi di sostegno dedicati alla lotta contro le molestie sessuali sul posto di lavoro, e per aiutare i sopravvissuti e rimettere insieme i pezzi…

Niente di quanto detto sopra è necessariamente “giusto” o “sufficiente” ma è un punto di partenza…

Combatti per la giusta causa, fratello. Fammi sapere come posso sostenere te e la famiglia __ in qualsiasi modo. xox


e-mai originale