Wentworth Miller: non chiedetemi del tatuaggio

Intervista del 16 marzo 2006 del Features Blog – Chicago Tribune – PRISON BREAK SHOW

Fonte: Chicago Tribune 2006 – Traduzione a cura di Chiara Ferrazza


Michael’s planes – Graphic by Miria

Non pensate male, Wentworth Miller è felice dell’attenzione che Prison Break ha avuto, non solo da parte dei media americani ma anche dalla stampa di tutto il mondo.

E Miller, che interpreta il detenuto tatuato Michael Scofield, capisce perché alcune domande ricorrono: “Sono cose che le persone vogliono sapere, perché loro sono il centro dello show.”

Tuttavia, l’attore ha affermato che ce ne sono alcune che non vorrebbe sentire mai più:

“Quanto ci è voluto per applicare il tatuaggio”?

“Avresti mai pensato che lo show avrebbe avuto successo”?

“Pensi che lo show reggerà ancora dopo che sarai evaso di prigione”?

“Stai per scappare dalla prigione”?

“Com’è lavorare in una vera prigione”?

Ha detto che la domanda più strana che gli è stata fatta è stata” Come ha influito sulla tua vita sociale avere la testa rasata”?

Ho dato la mia onesta risposta, che qualcuno avrà trovato deludente, che è stata ho avuto la testa rasata per tanto tempo, perciò non vedo alcuna differenza”.

Inoltre, ha avuto poco tempo per fare vita sociale durante le riprese. “Passo i miei weekend dormendo, guardando dvd e mangiando in ristoranti a distanza di due isolati dal mio appartamento” dice.

Ecco cos’altro mi ha detto:

Sei andato abbastanza in giro per visitare la città?

Speravo di avere più tempo ed energie per trarre vantaggio da quello che Chicago ha da offrire, ma fortunatamente, ho un paio di amici che vivono nei dintorni e di tanto in tanto mi trascinano fuori da casa.

Voi ragazzi avete molta pressione, e deve essere dura, perché vi chiedono sempre le stesse cose, ma voi non potete rivelare molto. Ormai avete messo il pilota automatico con le interviste.

Dipende. Le risposte non cambiano, mentre le persone che fanno le domande si, e quello può fare la differenza, se le ascoltano per la prima volta e se sono veramente interessati alle risposte. Queste conversazioni possono essere un piacere.

Hai fatto così tante interviste, e sembri così educato ogni volta, anche quando ti fanno la stessa domanda per la milionesima volta. Intendo dire (ovviamente per scherzo) non hai mai minacciato di strozzare qualcuno.

(Ride) Aspettate la prossima stagione.

Domanda n°6 tra quelle che ti hanno fatto e rifatto, pensi che faccia differenza girare qui? Non devi rispondere…

Siamo fortunati ad essere qui, in prigione, a Chicago. Sono consapevole del fatto che hanno fatto ogni sforzo non solo per girare qui, ma anche per ambientarlo qui. Non è come se fossimo in uno studio televisivo in Canada e fingere che sia NYC, questa deve essere Chicago.

Quali domande non ti hanno mai fatto e quali sei stato sorpreso che non ti abbiano fatto?

Sospetto che ci sia un’abbondanza di domande che le persone avranno da fare dopo aver visto l’episodio che parla della vita dei protagonisti prima di entrare in prigione. Sono certo che le persone te ne abbiano parlato, è il preferito di tutti. E’ un’opportunità per mettere un po’di carne al fuoco per questi personaggi. L’ho trovato molto accattivante soprattutto perché non stavo girando in prigione. Eravamo fuori nelle strade, nei ristoranti. Indossavo vestiti normali. E le mie scene non riguardavano il piano di fuga. Non si parlava di condotti, di tubi, di chiavi inglesi e di toilette. Erano scene di relazioni. Era un piacere, ed è quello che spero di ottenere per la seconda stagione, una volta che ci saremo lasciati un po’di cose alle spalle, una volta che i fratelli saranno fuori sulla strada, spero di passare un po’di tempo ad esplorare queste dinamiche. E spero che la domanda che non avrò ma che mi aspetto è cos’altro succederà nella relazione tra Michael e Lincoln, è solo amore fraterno, c’è tensione, c’è competizione? Quale sarà la dinamica una volta che saranno in viaggio, dato che, negli anni passati, con tutto quello che era successo nella prima stagione, Michael è stato il fratello maggiore, non il minore, per la prima volta. E una volta che loro sono fuori e Lincoln rifiuta di portare un’arma, e sono sicuro che lo farà , come influirà sul loro rapporto?

E’ difficile concentrarsi sul lavoro con tutta quella pressione?

Quello che impari, lavorando sul set di un film o di una serie tv, è come tenere certe cose fuori. Hai 60-100 persone che ti girano intorno, ognuna di loro con un lavoro importante da svolgere. Tu devi farglielo fare, essere parte della comunità, ma quando gridano azione, è tutto sulle tue spalle, devi dimenticarti dove ti trovi, quello che è successo cinque minuti prima del trucco, della ragazza del guardaroba che ti strattona, del coordinatore degli stunt che è preoccupato per la scena che stai per girare, del regista che vuole A, B o C e del direttore della fotografia che vuole che guardiate solo nell’angolo destro così i tuoi occhi possono catturare la luce. Mille e una cosa che ti rendono diverso dallo stare su un palco dove sei l’unico responsabile della tua performance.

E la pressione fa parte del lavoro. E’il modo in cui funzionano le cose, non sei solo un attore, sei un diplomatico, un pubblicitario, un politico, e ci sono certe aspettative. Ed è nel tuo interesse stare al gioco, perché vuoi che si sparga la voce. Hai un prodotto di cui sei orgoglioso e lo vuoi condividere con le persone, e in che altro modo potresti farlo se non attraverso i media?

Hai mai visto un documentario chiamato Cercando Debra Winger? E’ veramente interessante. E’ una serie di interviste con attrici di una certa età. Ce n’è una in particolare con Jane Fonda in cui lei parla del momento in cui lasci la tua roulotte e cammini sul set, sapendo che la scena che devi girare è La Scena dove devi scoppiare in lacrime o fare qualcosa che implica buttare fuori quello che hai dentro e ci sono 200 persone che aspettano.

E molti di loro stanno pensando a cosa c’è per pranzo.

E loro stanno pensando “Ce la puoi fare? Vali qualcosa? Abbiamo lavorato di brutto tutta la mattina per mettere insieme questa scena, e tu sei pronto a rendere giustizia al nostro lavoro?”

Nessuna pressione.

Non sento molta pressione in quella situazione. Credo che quel momento sia una lezione di gratitudine. Una volta avevo un’insegnante di recitazione che mi diede un ottimo consiglio: mettere insieme un film o una serie tv è come il pranzo del Ringraziamento. Molte persone hanno lavorato duramente per portare il pranzo in tavola, e se tu esci dalla tua roulotte con nient’altro che un grazie non sei diverso da uno straniero che viene dalla strada e si ferma a mangiare. Non meriti di stare a quel tavolo. E’ il tuo lavoro rispettare il contributo degli altri ed essere preparato a portare ciò che fai a un livello successivo.

Deve essere dura, come dici tu, buttare fuori le tue emozioni davanti a tutti.

E’ una cosa molto strana. Il lavoro di un attore è abbracciare emozioni e situazioni da cui scappi via nella vita reale.

Ho letto in alcuni articoli dell’epoca di The Human Stain, che hai lottato per farcela, per molti anni, come attore, che avresti potuto intraprendere una carriera diversa come produttore, che hai avuto delle opportunità in quel campo, ma hai scelto di rimanere un attore. Deve essere stata dura a volte.

Assolutamente è stata una lotta. La cosa interessante è che io esterno la mia lotta nei diversi ruoli, che spaziano dal tradizionale, che cerca di condurre una vita normale, a qualcuno che sta cadendo a pezzi. Qualcuno molto fortunato che si trova in circostanze straordinarie in cui gli viene chiesto di fare cose che vanno oltre le sue capacità.

Perciò la tua vita ti prepara al tuo lavoro.

Assolutamente. Sono grato che ci sia voluto così tanto, perché tutto quello che noi possiamo portare sul tavolo come attori è quello che ci è capitato prima di avere successo. E io vedo giovani attori, che sono magari di fronte alle telecamere da quando avevano 9 o 10 anni e c’è una certa …non voglio dire che la sofferenza equivalga alla profondità…

Oh succede.

(Ride) Ma puoi capire chi non riceve un “no” da tanto, e si riflette sul loro lavoro.

Le persone nello show business non sono lì per fare un buon lavoro ma solo per diventare famose, fanno quello che vogliono e appaiono su tutti i giornali, penso sia una cosa triste.

Investire saggiamente. Questo è il mio consiglio. Perché c’è un timbro di freschezza sulla loro fronte e c’è sempre un tizio nuovo dietro di te, ed è più giovane e più attraente.

Hai mai avuto quei momenti in cui hai pensato “Non accadrà mai a me”?

Certo. Penso che ogni attore si sveglia alle 2 del mattino e capisce di essere l’unico a credere in se stesso nel profondo. Ma se sai che non sarai mai felice dietro una scrivania per il resto della tua vita, devi avere fiducia che là fuori c’è un copione col tuo nome sopra.

Come sta andando per te?

Bene (ride). Sono arrivato al punto da essere così fortunato che mi offrono progetti cinematografici.

Qualcosa di cui puoi parlare?

Beh, non c’è niente di cui parlare. Ho deciso di non fare niente nella mia pausa. Ho dato tutto in questa stagione. Abbiamo solo due mesi liberi, che può sembrare tanto tempo per chi ha un lavoro dalle 9 alle 5, ma voglio essere sicuro di dare il meglio nella seconda stagione. Non posso solo saltare da un set all’altro, credo che sarebbe uno sbaglio.

Prison Break è la mia priorità, spero che mi apra delle porte e che prima poi abbia una fine, non sono particolarmente interessato a fare “La casa delle cere 7”. Quelli sono ruoli che ti vengono offerti quando sei nella prima stagione di una serie tv. Ed è fantastico, spero di fare un film horror un giorno. Mi piacerebbe fare qualcosa tipo “Shining”, queste sono le cose che adoro fare (film horror psicologici). Non sono andato a vedere “Saw” perché odio vedere torturare la gente.

Sono d’accordo. Ma film come “The Others” sono fantastici.

Si, qualcosa che gioca con la tua mente.

Saresti fantastico per quel ruolo, hai quel misterioso carisma.

Sto solo pensando al pranzo.

Ma lo nascondi bene.

PRISON BREAK – SEASON 1

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *