German Comic Con (Dortmund): Com’è Wenty dal vivo? Resoconto di una fan.

Com’era Wentworth dal vivo? Quali sono le sensazioni che si provano ad incontrarlo? Come si riesce a gestire poco tempo e così tante emozioni durante un evento così restrittivo come un comic con? Queste le domande più frequenti dopo ogni evento comic a cui Wentworth ha partecipato.

Una delle ragazze che segue Went da molti anni, era presente al German Comic Con e ha provato a raccontarci, a caldo, cosa ha significato per lei questo incontro. Molti di voi si immedesimeranno, altri si riconosceranno, chi non ha mai potuto incontrarlo, potrà vivere questa emozione. Buona Lettura.


Si ringrazia Lucia Salvato per questo resoconto.

“Appena ho visto dal vivo Wentworth Miller non potevo crederci: stava parlando con uno dei 2 uomini del suo staff (penso), seduti accanto a lui, sorridente e sereno. Un piccolo gruppetto di fan aspettava di avere ognuno il proprio autografo e io mi sono precipitata verso la ragazza dello staff per sapere se anch’io avrei potuto averlo o avrei dovuto aspettare la sessione fotografica. Non sapevo nulla di comic-con e mi ero fatta le mie idee (poi rivelatesi errate!), pensavo che avrei avuto l´autografo al photoshoot, che mi avrebbe autografato la mia foto con lui e durante la sessione fotografica avrei avuto i miei pochi secondi per poterci scambiare 2 parole. Invece nulla di tutto cio´e´stato come pensavo – a parte Wentworth, ma lui e´andato anche oltre le mie aspettative!

Gia´dall´inizio il mio approccio col comic-con e´stato travagliato: sono arrivata quando la prima sessione fotografica, dedicata proprio ai possessori di Diamond pass, era finita; mi hanno poi sballottolata da un punto all´altro dei vari padiglioni per poter avere il badge col nome di Went e con dei bigliettini dentro che mi avrebbero permesso di avere foto e autografo. Appena ho il badge appeso al collo ( me ne stavano dando pure uno sbagliato!) chiamo mio marito per riunirci e vedere gli stand insieme nell’attesa che arrivasse l’ora per il secondo photoshoot (non Diamond) un´ora me mezza piu´tardi. Al cellulare mio marito mi dice dove raggiungerlo e all´improvviso inizia ad avvisarmi che Went si trovava proprio davanti a loro e che stava facendo autografi. Mio marito inizia a ridere divertito e quasi euforico “Ahahah l´abbiamo visto prima di te ahahhaha”. Io non sapevo se pensare a uno scherzo o meno e nel dubbio gli dico “Se e´vero, mi raccomando….fate tante foto!”. A questo punto mi avvio verso il padiglione che mi ha indicato ma ormai la calca di gente è così fitta che si procede con molta lentezza. Lo richiamo per sapere dove loro siano esattamente dato che il padiglione è molto grande e non sapevo in che direzione dovevo andare. Mio marito mi concede più dettagli e mi conferma, con tono piu´serio che lui e nostro figlio sono li´proprio davanti a Wentworth e che hanno già fatto qualche foto! Io non riesco a procedere velocemente come vorrei ma cerco di destreggiarmi tra la calca e finalmente inizio a vedere le varie postazioni degli attori ma non vedo quella di Wentworth. Poi mi accorgo che ci sono un paio di postazioni laterali e una e´proprio quella di Went, quindi mi precipito in quella direzione il piu´velocemente possibile. Quando arrivo vedo subito mio marito e mio figlio ma Wentworth e´coperto da un piccolo gruppetto di fan, mio marito mi fa vedere le foto che hanno fatto senza farsi notare dalla security, presente come un segugio e pronta a scoraggiare ogni tentativo di fotografare Went da parte dei fan (ma ugualmente tutti ci provano!).

A questo punto mi sposto lateralmente per poterlo vedere e finalmente lo vedo: bello come il sole, il viso di profilo rivolto verso un membro del suo staff, sorride e poi si dedica a un nuovo fan. Decido di provare ad avere l´autografo e l´unico pezzo di carta disponibile e´quello del pass di entrata del Comic-con, un po´vissuto…ma meglio che niente!

Mi avvicino alla ragazza dello staff che gestisce il flusso dei fan e mostro il mio badge Diamond chiedendo se posso avere l´autografo in quel momento. Lei mi dice di si e mi fa saltare la piccola fila ormai dietro di me…sono la prima! Wentworth e´ancora occupato con un fan e dopo 2 secondi di attesa chiedo alla ragazza dello staff se per caso hanno qualcosa di adatto sul quale far scrivere l’autografo a Went e lei mi dice che hanno delle foto gratis disponibili. Me le fa vedere, intanto vedo che Went si è liberato ed è ad una manciata di passi da me. Scelgo la foto e penso di avere troppe cose in mano: una busta con la mia poesia per Went, la foto da far autografare e il foglio del pass che pensavo di farmi autografare nel caso non avessi avuto niente di meglio. Decido di sbarazzarmi del foglio, ormai inutile ma avendo lasciato il cappotto a mio marito non mi resta che mettermelo in tasta. Solo che avevo i jeans molto stretti, una maglia molto lunga con spacchi laterali e al primo tentativo non riesco a mettere il foglio piegato in tasca. Mi accorgo con la coda dell´occhio che Went non avendo di meglio da fare mi stava guardando e per fortuna il secondo tentativo va in porto e mi libero del foglietto. Quindi mi giro per avviarmi verso di lui (prima ero di profilo) e proprio in quel momento Wentworth aveva iniziato a bere da una bottiglietta di plastica ma vedendomi all´improvviso avanzare verso di lui, smette di bere immediatamente, dopo appena mezzo sorso, alzando le sopracciglia come per dire “Ops…scusa, eccomi”. E quindi mi guarda con un sorriso accennato facendomi intendere che avevo la sua completa attenzione.

E’ stato in quel momento che ho notato con stupore una sfumatura di verde molto particolare dei suoi occhi (poi da vicino sembrano piu´azzurri) e subito dopo mi ha avvolto questa notevole intensità del suo sguardo: uno sguardo molto magnetico che ti irretisce con l´effetto di annullare ogni tua facoltà mentale di ordine superiore…e ti ritrovi in uno stato di semi-larva umana intontita anche dall’incredulita´di un momento surreale del genere. Avanzando cosi´, trascinando con fatica l´ultimo barlume di determinazione che mi era rimasto nel volerlo conoscere (ormai non potevo piu´fuggire ahahah) arrivo alla sua postazione a un metro da lui, io in piedi e lui seduto. Mi sento improvvisamente catapultata nei miei ricordi scolastici di almeno 20 anni fa…mi sembra di essere alla cattedra interrogata da un premio Nobel e io proprio quel giorno non avevo per nulla studiato (ahahah). Il suo sguardo mi aveva accompagnata per tutto il percorso e un attimo prima di fermarmi accenna un sorriso e con tono affabile del tipo “Non so chi tu sia ma ti assicuro che oggi non ho studiato neanche io” esordisce con un “Hi!” accompagnato quasi in contemporanea dal mio “Hi” (senza punto esclamativo!). Al che vedendomi forse piu´ impreparata di lui, continua con un “How are you?” e io, sempre prontamente rispondo “Fine, thanks” e mi fermo li´mentre gli passo la sua foto per l´autografo. A quel punto abbassa lo sguardo verso la sua foto e lo vedo guardare un paio di volte il mio badge Diamond con la sua immagine sopra…(forse avrà´pensato che ero in ritardo per la Diamond session o chissà cosa) e scrive la sua sigla con un pennarello argentato e mi restituisce la foto. Vengo colpita quindi di nuovo dal suo sguardo intenso: un meraviglioso mix di emozioni e pensieri contrastanti, un mondo ricco di tutto…di tutto quello che ci ha permesso di conoscere e di tanto altro, in profondità´. Una profondità´senza fine…

 

E credevo di vedere Went cercare di districarsi al meglio tra tutti quei pensieri e quel miscuglio di emozioni, tra cui la stanchezza. Quindi in uno slancio di coraggio domando: “Posso darti adesso una poesia che ho scritto per te… parla del self-care”. Alla parola “self-care” lo vedo quasi illuminarsi ed esclama “Si, certo!”. Io estraggo il foglio dalla busta e lo apro porgendoglielo. Lui scorre velocemente la pagina e indugia verso le ultime righe. Non mi sembra sorpreso dalla poesia, nonostante l’argomento sia notoriamente di suo interesse, mi sembra nei successivi momenti che sia sempre sul punto di dirmi qualcosa ma si trattiene, indugia con lo sguardo basso sulla poesia…e a questo punto io all´ennesimo slancio di coraggio gli dico “E´un po´lunga… magari la puoi leggere piu´tardi”. Went sembra sorpreso dalle mie parole anche se cerca di non lasciarlo intravedere troppo, mi riguarda sorpreso e con le labbra dischiuse e prontamente risponde “Sicuramente!”. Quindi lo ringrazio, lo saluto e me ne vado felice.

Torno da mio marito e mio figlio contenta, consapevole di avergli parlato poco ma sperando di potermi rifare al photoshoot. Mi sarebbe piaciuto dirgli di un mio desiderio per il mio futuro, qualcosa di personale ma non troppo e, a parte l´emozione di parlare con Wentworth, la presenza dei 2 uomini del suo staff che assistevano a tutta la conversazione contribuiva a rendere il tutto piu´ “complicato”. Chiedo a mio marito se sono riusciti a farmi foto mentre io ero li´con lui ma mi dicono di no, mi fanno vedere le foto fatte in precedenza da un altro cellulare e per un attimo mi accorgo che Wentworth mi sta guardando ma non ci faccio caso più´di tanto. Continuiamo a parlare tra di noi, io girata verso Went e mio marito e mio figlio di spalle, a non troppa distanza. Ormai non c´era più´ nessuno in fila per gli autografi e Went era libero, c´era poca gente sparpagliata li´davanti come noi e mancavano 10 minuti alla fine della sessione degli autografi. Wentworth avrebbe poi avuto circa 15 minuti di pausa prima di iniziare la nuova sessione fotografica, alla quale anch’io avrei partecipato. Mentre parliamo tra di noi incontro nuovamente lo sguardo di Went, stavolta non distolgo subito lo sguardo e resto a guardarlo per qualche secondo. Lui pure. Mi imbarazzo, non so che fare…Gli sorrido come una scema? Avrei potuto avere un´espressione del genere in quel momento! O gli faccio un cenno con la mano? Ancora mi stava guardando e io nel pallone più´ totale, istintivamente mi giro un po´di lato verso mio marito come per parlargli. Difatti gli dico stupita che mi stava guardando e cominciamo a fare qualche congettura: Si e´ accorto che confabulavamo riguardo ai tentativi precedenti di fargli foto di nascosto? Ha visto mio figlio accanto a me, un ragazzino di 13 anni, suo possibile fan (in realtàmio figlio preferisce l´attore di the Flash) e magari aspettava che mio figlio si voltasse (era di spalle) per fargli un cenno (?) o semplicemente non aveva nulla da fare e tra le poche persone presenti l´occhio gli e´caduto su di noi (su di me, l´unica tra noi girata verso di lui)…Lo riguardo e vedo che si e´alzato, seguito dal suo staff per andare via e li parte il mio rimpianto di non aver magari approfittato del momento ma sono attimi in cui devi prendere una decisione in fretta e quando riguarda Went mi sento come un elefante in una cristalleria… e nel dubbio su cosa fare ho preferito non fare nulla!

Mi incammino verso l´altro padiglione, quello per il photoshoot, quando arrivo mancano 10 minuti all’arrivo previsto di Went e c’è ancora la fila per Peter Weller. Mi metto in fila più´indietro e aspetto. Quando arriva quasi il mio turno, sbircio all’interno dello stand (non visibile da fuori) e vedo Wentworth che fa le foto con i fan, un fan quasi al secondo, il tutto velocissimo come in una catena di montaggio! Lui ha appena il tempo di cambiare espressione del viso per accogliere un nuovo fan, capire che posizione per la foto preferisce, accennare un sorriso e accogliere nuovamente un nuovo fan: il tutto nel giro di 2-3 secondi! Mi fanno entrare e ho meno di una decina di persone davanti, vedo una ragazza che sceglie di mettersi di spalle con Went, a mo´di poster di Pretty Woman; il tempo di un click e tocca già a un altro fan: altra posizione, altro sorriso e di nuovo tutto daccapo. Dopo 10 secondi tocca già a me, sono di nuovo a un passo da Went, lui stavolta è in piedi, io non amo farmi foto ma mi illumino già al pensiero di poterlo abbracciare. La fan davanti a me ha già finito, lui mi guarda come per dire “Come vuoi che ci mettiamo in posa?” e io guardandolo felicissima faccio i 2 passi che ci separano e semplicemente gli cingo il fianco col mio braccio. Lui fa appena in tempo a cingere il mio col suo braccio che già il fotografo aveva scattato la foto. Quei due secondi pero´mi sono sembrati un´infinita´, me li sono goduti appieno come momenti di gioia pura che in quanto tali possono durare solo attimi, istanti.

Faccio appena in tempo a ringraziarlo che una donna dello staff mi parla in tedesco e mi indica la direzione dove andare. Poco dopo la mia foto era pronta. Andiamo a pranzare ed ero quasi triste che fosse tutto finito e che non avrei rivisto più Wentworth per chissà´quanto tempo…e allora mi ricordo del panel! Avevamo visto l´orario nel poster del programma appeso in giro, quindi finisco in fretta il mio panino e mi dirigo alla ricerca del posto dove si tenevano i panel. Mio marito e mio figlio mi avrebbero raggiunto con più´calma. Quando arrivo c´era in corso il panel di Billy Boyd, aka Pippin de “Il signore degli anelli”, e grazie al mio Diamond pass posso sedermi dove voglio ma scelgo un posto non troppo vicino visto che c´era il panel in corso. Wentworth arriva con circa 20 minuti di ritardo!!!

Ci avevano detto che era stato trattenuto più´del solito agli autografi. Nel poster del programma non c’erano orari e indicazioni su dove si trovava la postazione dei vari artisti per gli autografi, infatti ho avuto il mio autografo per caso, quindi non era dato sapere se veramente Wentworth prima del panel avesse avuto una sessione di autografi oppure avesse avuto bisogno di un break prima di affrontare il panel, visto che il programma era molto fitto! Si alternavano photoshoot e autografi a ruota, con 15 minuti di stacco tra una sessione e l´altra, di cui buona parte veniva bruciata dagli spostamenti e infine il panel…un vero tour de force insomma! Quindi non ho creduto molto a quello che ci hanno detto ma ho pensato che Wentworth avesse avuto bisogno di prendere un po’ di fiato prima del panel. Intanto mio figlio si era seduto accanto a me e mio marito altrove non avendo il pass. Wentworth arriva, sembra riposato e pronto alle varie domande e a un pubblico tutto per lui! Inizia il panel.

 

Durante il panel, rimane visibilmente spiazzato da una domanda insolita, in cui gli veniva chiesto se avesse mai rubato qualcosa da un set. Lui ha risposto che non e´solito rubare cose dai set e che se avesse voluto qualcosa, qualsiasi cosa, gli sarebbe bastato chiedere. Tutte le sue risposte hanno avuto qualcosa di speciale, sia nelle parole che nei suoi gesti e si è sempre mostrato cordiale, elegante e onesto. Ha avuto un attimo di timida emozione quando ha accennato al bacio sul set tra Snart e il suo boyfriend, e i gridolini di supporto da parte del pubblico lo hanno emozionato anche di più.

 

Verso la fine, il tipo dello staff annuncia che c’è tempo solo per un altro paio di domande e Wentworth lo guarda e annuisce compiaciuto e quasi sollevato, difatti alla domanda successiva risponde che stare tra la folla, luci, rumori e confusione come in quel momento, non e´il suo habitat naturale. L´ho ammirato tanto per essersi esposto per ben 2 giorni a un tour de force del genere, sempre gentile e disponibile nonostante stress e stanchezza! Vederlo dal vivo e´stata una conferma totale di quello che pensavo di lui e ho potuto cogliere nuove sfaccettature che da uno schermo non è possibile cogliere, specie se si tratta di una persona complessa e sensibile come lo è Wentworth Miller.

Scritto da Lucia Salvato (Dicembre 2017)