Wentworth Miller: “Vorrei essere per qualcuno quello che non c’è stato per me”.

Nel settembre 2013, Wentworth, ospite alla Human Rights Campaign(*), racconta la sua personale esperienza e spiega le travagliate ragioni che lo hanno spinto a fare Coming-out.  Racconta la sua verità, come è stato vivere con la paura di poter essere visto con occhi differenti, dai suoi amici, parenti, insegnanti e che lo ha portato a tenere queste emozioni e questi sentimenti nell’oscurità, bloccati dentro un sarcofago emotivo autoimposto, facendo così prevalere dentro di sè la moralità rispetto alla lealtà. Racconta di aver provato a suicidarsi a soli 15 anni, di averci pensato ancor prima di quell’età, descrivendo nel dettaglio la ritualità con cui ha eseguito il suo tentato suicidio in adolescenza. Fa delle agghiaccianti pause, che ci danno il tempo di incanalare quello che lui ci sta raccontando, come ha vissuto con la sua conquilina peggiore della sua mente, la depressione. Mette a nudo la sua adolescenza e non solo, ci parla anche dei tempi della scuola, del mondo del lavoro, della sua continua paura che un suo naturale es emplice gesto potessero far capire o scoprire che lui era gay. Solo in pochi hanno saputo di lui. Quei pochi che lui riteneva giusti e che sapeva lo avrebbero rispettato. Wentworth parla di come sia stato difficile per lui vivere nella normalità, fingendo ogni giorno e sapersi relazionare con gli altri tenendo nascosta la verità. Oggi la sua visione delle cose cambia. Vuole essere per qualcuno “quel qualcuno” che non c’è stato per lui. Vuole mandare questo messaggio a chi viene preso di mira a scuola o per strada, bullizzato e talvolta aggredito – non solo verbalmente – a lavoro, alla fermata del bus, dal panettiere, dentro il proprio ambiente domestico; vuole far sapere che esistono persone che sono li per tutti quelli che ancora non riescono a parlare della propria verità; afferma che c’è oggi chi li ascolterà. Infine ringrazia la Human Rights Campaign per avergli dato l’opportunità, un palco e l’obbligo di raccontare la sua storia, di continuare a mandare questo messaggio all’infinito, affinchè possa essere sempre utile, perchè è giusto che sia così, finchè non viene ascoltato, ricevuto e accettato, anche da chi ci ama.

A tutto ciò va aggiunto un precedente in cui lo stesso Went tramite una lettera scritta al St.Petersburg International Film Festival fail suo coming out .

Premessa: Wentworth Miller viene invitato a partecipare al FF di San Pietroburgo, la famosa città portuale della Russia. Went, dopo le notizie degli ultimi anni in merito alla feroce persecuzione nei confronti della comunità LGBT, a fronte della posizione razzista e l’accanimento xenofobo del governo e dopo una lunga riflessione decide di non accettare l’invito. Questa è la sua e-mail di risposta: 

«Cara signora Averbakh,

grazie per il suo invito. Avendo visitato in passato con piacere la Russia e avendo anche antenati russi, sarei felice di dirle di sì.

Tuttavia, in quanto uomo gay, devo declinare.

Sono profondamente turbato dall’atteggiamento e dal trattamento che il governo russo riserva agli uomini e alle donne omosessuali. Questa situazione non è accettabile, e non posso, in tutta coscienza, partecipare a un evento celebrativo che si tiene in un Paese dove le persone come me, si vedono negare sistematicamente il diritto fondamentale di vivere ed amare alla luce del sole.

Forse, quando e se la situazione migliorerà, sarò libero di prendere una decisione diversa.

Fino ad allora.

Wentworth Miller»

Qui di seguito il video di Wentworth ospite al Human Rights Campaign sottotitolato in italiano.

La traduzione è a cura di Tamara Rizzato.

Articolo a cura di Noemi Torrisi – Editing a cura di Miria (Viviana Balcone). 


(*) La Human Rights Campaign (HRC) è la più grande associazione lesbica, gay, bisessuale e transessuale (LGBT) d’America, con più di 750.000 soci e sostenitori. L’associazione “immagina un’America in cui lesbiche, gay, bisessuali e transessuali sono garantite la parità e abbracciato come membri a pieno titolo della famiglia americana a casa, al lavoro e in ogni comunità”.

La HRC si compone di due distinte organizzazioni non-profit e un comitato di azione politica: la Fondazione HRC a 501(c)(3) organizzazione che si concentra sulla ricerca, advocacy e all’istruzione, la Human Rights Campaign, a 501(c)(4) organizzazione che si concentra sulle attività di lobbying Congresso e funzionari statali e locali per il sostegno di progetti di legge pro-LGBT, e mobilitare l’azione dal basso tra i suoi membri, e la HRC comitato di azione politica, che investe strategicamente nelle campagne di candidati politici che appoggeranno la legislazione a favore della parità. (fonte: Wikipedia).

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