Sensazioni & Critiche (Hunches & Hits)

Nota originale: WENTWORTH MILLER SABATO 1 APRILE 2017

Artwork by: https://www.instagram.com/artwork4wm/ – tutti gli artworks di questo blog sono realizzati dalla nostra collaboratrice/amica che potete trovare sia su Instagram che su facebook. No copy please. 

Traduzione a cura di Kiara & Miria

Normalmente sono due le cose che potete trovare su questa pagina: Io che condivido le mie opinioni su me stesso e io che condivido le opinioni altrui riguardanti loro stessi.

Una cosa che non troverete (normalmente): Io che condivido opinioni sugli altri.

No che non ne abbia. Ne ho. Ma riconosco il fatto che non sono necessariamente “vere”. (Vere per me magari. Ma non vere in senso assoluto.)

Detto questo… Durante i tre mesi di lodevole registro di self-care, ho fatto alcune osservazioni. Seguite da alcune domande. Che mi piacerebbe condividere ora.

Tenete in mente che tutto questo è basato su opinioni. Questi sono giudizi. Proiezioni. Sensazioni e critiche.* Ci possono anche essere una generalizzazione diffusa o due. Se non è per voi, ora è il momento di andare via. E’ possibile (e perfettamente accettabile) utilizzare ciò che questa pagina ha da offrire riguardo ai #selfcare (posts, articoli, note) senza commenti aggiuntivi e molto soggettivi da parte mia.

Ma se sei tipo, “le generalizzazioni sono pane per i miei denti!” in tutti i sensi … continua a leggere. – W.M.

 

* * * * *

1.”Non c’è tempo per i self-care oggi ! 🙁

Quante volte ho letto questo commento? (Molte, molte volte.)

E penso: “Non c’è tempo per 3 respiri profondi, attraverso il naso e poi fuori dalla bocca? Non c’è tempo mentre sei seduto in auto al semaforo rosso o sul treno o mescolando qualcosa in pentola sul fuoco? Prendendo l’ascensore fino al parcheggio del 5° piano?”

Perché i self-care possono essere anche così semplici.

Se hai tempo per una routine di self-care più approfondita, fantastico. Se non lo fai, i vantaggi di una buona pratica respiratoria sono notevoli. La respirazione è (ovviamente) essenziale. E ci sono modi consigliati per farlo. Qualcosa che ho avuto la fortuna di imparare prendendo lezioni di canto da ragazzo (#privilegi). Quello che non ho imparato (allora) è che c’è una vasta gamma di problemi fisici e di salute mentale correlati a come stai o non stai respirando. Come la depressione.

www.dailymail.co.uk/health/article-…

www.wikihow.com/Breathe

www.youtube.com/watch?v=tbq7K-SAPoU

 

2.”Il mio self-care è prendersi cura degli altri”.

Niente di sbagliato.

E (è un “e / o” non un “o / o”) può anche servire esaminare quell’atteggiamento in modo critico. Soprattutto se siete cresciuti in una cultura che ti ha costretto a mettere automaticamente le tue esigenze dopo le esigenze degli altri (es: le donne di colore), o ti ha portato a credere che le tue esigenze siano non valide e indegne del riconoscimento come parte della tua identità (esempio: LGBTQIA+).

“Preoccuparsi di me stesso non è auto-indulgenza, è autoconservazione, e questo è un atto di guerra politica”. Questo è Audre Lorde, paragonando la cura di sé ad un atto radicale.

Non puoi versare nulla da una tazza vuota. Ad un certo punto, tutti dobbiamo ricaricarci.

www.bitchmedia.org/article/audre-lo…

 

3.”Troppo occupato con i bambini!”

Ho visto anche questo commento. Un sacco di volte. Sembra che sia parte di una sfumatura che ha a che fare con “La mia cura personale è prendersi cura degli altri”. Non dubito della sua verità. Non sono neanche un genitore. Non posso parlare per esperienza.

Ma sono stato un bambino. Posso parlare in base a questo.

Ho sentito dire che i bambini non fanno sempre quello che dicono i loro genitori, ma molto probabilmente faranno quello che fanno loro. Si plasmeranno in base a te. E alle tue abitudini.

Penso che questo sia vero.

Non ho imparato il self-care a casa. Non ho conosciuto persone che privilegiano il proprio benessere. Non è stato utile a plasmarmi. E vorrei che lo fosse stato. Così, quando sono cresciuto e ho iniziato a conoscere il mondo – un mondo che può essere esigente se non sconvolgente, colpendo se non ferendo – avrei avuto alcuni strumenti extra nella mia cintura degli attrezzi emotiva e mentale. Avrebbe fatto la differenza.

www.youtube.com/watch?v=RVA2N6tX2cg

 

4.”Fanc–o i Self-Care.”

Come il meccanismo di un orologio, questi commenti (nascosti automaticamente) spuntano intorno alla terza settimana di ogni cronaca. Certo, sarebbero potuti essere lasciati da gente scioccata dal fatto di non essere su “michaelscofield.net”.

O forse trovano il concetto di self-care, provocatorio.

Ulteriori informazioni: Questi commenti sono stati quasi sempre lasciati da uomini.

Ulteriori osservazioni: Direi che gli uomini che hanno postato il proprio self-care hanno rappresentato meno del 5% dei migliaia e migliaia di commenti lasciati durante ogni cronaca.

Forse gli uomini sono stati timidi. Forse gli uomini stavano praticando il self-care ma non postavano. Forse gli uomini non erano interessati. Forse mi seguono meno uomini (vero, ma non in maniera sproporzionata). Forse non dovrei trarre conclusioni su uomini e self-care sulla base di una pagina FB (anche questo è vero).

Qualunque cosa stia succedendo, ho ricevuto da qualche uomo (in modo forte e potente) ma non a valanga. Talvolta i loro commenti erano ostili. E mi sono chiesto come mai.

Esiste, secondo me, una costante errata percezione che il self-care non sia per uomini. Ho già condiviso questi links in precedenza, ma lo farò di nuovo. Abbattono le dinamiche culturali tra (alcuni) uomini e i self-care, e cosa loro/noi possiamo fare al riguardo.

www.krishsurroy.com/why-men-suck-at…

www.krishsurroy.com/7-better-self-c…

I notiziari sembrano essere ampi di prove che le questioni sulla salute mentale degli uomini, vengono ignorate e/o espresse in modi inappropriati e spesso negativi. Gli uomini che accolgono la cura di sé (e altri strumenti di guarigione/benessere) mi sorprendono come si deve.

Come possiamo far sì che questo succeda?

Non lo so.

Potrebbe essere tipo come continuare a ri-organizzare il concetto in maniera che sia meno di genere. Più articoli riguardanti il self-care scritti da uomini, mirati agli uomini, accompagnati da meno immagini con donne in rilassanti asciugamani al centro benessere. (Quelle immagini possono anche allontanare le donne a mio parere).

Potrebbe essere tipo come continuare a operare una distinzione tra “self-care” e “farsi coccolare”.

www.newyorker.com/culture/culture-d…

Potrebbe essere tipo che più uomini parlino e condividono apertamente il self-care, modellandolo pubblicamente e creando così uno spazio più ampio affinché vi entrino altri uomini.

O direi, puntualizzando l’evidente: gli uomini praticano già il self-care. Non lo chiamano con quel nome. Ci danno dentro in palestra. Elaborano dei pasti sani. Escono con un amico. Guardano un film che sanno che li farà ridere. Sesso. Tutto questo può essere considerato self-care.

Va a nostro vantaggio diventare più consapevoli di quello che facciamo per sostenerci. Così quando siamo in crisi, possiamo farlo nuovamente. Possiamo ottenere – intenzionalmente – ciò che abbiamo in precedenza identificato come la nostra cintura degli attrezzi per il self-care e afferrare la chiave inglese/martello/colla che ci aiuterà a nutrirci e sostenerci. #attrezzi #uomini #grrrr

 

5.”Fanc–o il Self-Care e Fanc–o anche Tu.”

Questa è stata un’interessante (per me) variante della numero 4. Come se solo facendo fluttuare la possibilità, o solo perché ho invitato le persone, a partecipare a una pratica di self-care, io li avessi personalmente insultati.

“Perché qualcuno dovrebbe sentirsi offeso dal self-care?” Pensavo. Anzi, perché avere tutte queste reazioni (“Non ho Tempo! Mi Occupo Degli Altri! Figli!”) che indicano un certo grado di resistenza? Se non di rifiuto?

Allora ho realizzato: Noi non possiamo parlare di self-care senza scontrarci con un altro “sé stesso”.

Autostima.

Se io credo di non meritarlo…se a un certo punto della mia vita mi è stato detto, e ci ho poi creduto, di essere stato solo uno spreco di tempo, cura, attenzione…del tempo di qualcuno, cura, attenzione…Se qualcuno arriva e suggerisce di prendermi cura di me stesso, questo mi farà scattare. La mia risposta sarà: a)”Io non me lo merito” e b) fa—lo per avermi ricordato di questo fatto”.

L’impegno nella pratica del self-care consiste nel dichiarare:”io merito di prendermi cura di…” (Vedi: azione radicale).

Il self-care non sta solo modificando la mia routine quotidiana. “3 respiri profondi quando ne ho bisogno”. Questo in apparenza. Quello che c’è al di sotto dell’apparenza è questo: “Io sto scegliendo di prendermi cura di me stesso. Abbastanza per darmi quello di cui ho bisogno per continuare a vibrare alla mia frequenza più alta.  Così posso fare e dare il mio meglio. Ogni giorno”.

La pratica  del self-care necessita di un’occhiata più ravvicinata su come io percepisco sia me stesso che il mio valore. Richiede una conversazione con se stessi probabilmente scomoda, riguardo l’autostima, l’amor proprio, e se non faccio e non do un ca–o in merito la mia futura esistenza in questo mondo crudele.

Questa roba è opprimente. Potenzialmente. Determina risposte pesanti. Potenzialmente.

www.youtube.com/watch?v=lw3NyUMLh7Y

Mi sono chiesto: se avessi bambini, sarebbe più facile esercitare il self-care? Se non pensassi di esserne al’altezza? Potrei solamente dire che l’ho fatto per loro?

Non lo saprò mai.

Ad ogni modo, io non ho bambini. L’unico “bimbo” che ho, sono io. Il ragazzino interiore. Quello che aveva detto – a poi aveva creduto – che lui non era all’altezza.** Quello di cui il benessere ho ignorato per tutto il tempo che ho potuto. Fino a quando ha detto:”Ho chiuso. Il che significa che tu hai chiuso”.

Il self-care pare essersi riavviato con questo ragazzino. Quotidianamente. E ne sto facendo ammenda.

Non è facile. Non dopo anni di minimizzazione e/o radiazione del suo valore. Per dirgli, “io credo che tu sia all’altezza. Io credo che io sia all’altezza. Cerchiamo di capire cosa dobbiamo fare per sostenere te/me/noi, così che noi non solo sopravvivremo ma cresceremo bene”.

Questo è un lavoro. Continua a funzionare. (Eccomi qui, condividendo le mie opinioni su me stesso. #vecchieabitudini)

Ma la compagnia rende più leggero il fardello. Una delle gioie di agevolare le cronache è stato ricordare  – quotidianamente – che io non son il solo in questo viaggio. Voi, ragazzi… che avete condiviso i vostri self-care ogni giorno o molto più spesso di quanto avreste potuto…apertamente e generosamente…che lo avete fatto privatamente, profondamente e concretamente…i quali in ogni post e “like” hanno testimoniato una volontà ad impegnarsi ed onorare i vostri ragazzini/e che – hanno – tutti e due…detto a voi stessi, “mi interessa. Sono all’altezza. Facciamolo.”

Non posso mettere un prezzo a questo. E nemmeno ci vorrei provare.

Dico solo che la mia riconoscenza e il mio rispetto, continuano a dilagare intensamente. <3

#dailymail #wikihow #karlamclaren #audrelorde #bitchmedia #justbreathe #krishsurroy #iamenough #marissapeer #selflove #selfworth #carechronicle #mindfulness #mentalhealth

 

 

* Una “critica” è una successione apparentemente casuale, apparentemente uscito-dal-nulla, un pensiero/idea/intuizione di qualcuno o qualcosa che potrebbe rivelarsi significativo. Es.:”ho ottenuto un riscontro su ciò che hai appena detto”.

** Questo non deve per forza sembrare trascuratezza. Esistono parecchi modi per comunicare a un bambino che l’essenza di chi essi sono non è valutata, vale la pena di investirci e rispettarlo.