La questione dell’INTERSEZIONALITA’

Il 6 ottobre 2016 Wentworth, sulla sua pagina facebook attualmente non attiva, ha dedicato una conversazione e un approfondimento sulla questione dell’intersezionalità. Questo termine, applicato in ambito sociale, (dall’inglese intersectionality) è un termine utilizzato spezzo da sociologici, filosofi e psicologi per affrontare il tema della sovrapposizione/intersezione di differenti identità sociali che in alcuni casi inducono a particolari discriminazioni, oppressioni e dominazioni. Il tema è un tema che a Wentworth è sempre stato molto a cuore, sin dai tempi dell’Università, non è un segreto per i followers più appassionati di Miller, che la sua tesi di laurea a Princeton fu proprio incentrata sul doppio dell’ identità dell’individuo in contesti particolari, sopratutto quelli femminili, in tempi noti come quelli del colonialismo in Africa. (per saperne di più su questo affascinante argomento leggi qui cliccando su INTERSEZIONALITA).

Il thread aperto da Went, fa discutere anche questa volta e sotto il suo post non tardano ad arrivare opinioni negative, positive, commenti di affiatamento e di sostegno, ma anche contrasti e fraintendimenti. Ogni open thread di Wentworth pone quesiti e polemiche, ma anche intese e amicizie che poi si sono rafforzate anche grazie alla comprensione di questo termine e di quello che in realtà Wentworth ha cercato di spiegarci.

Ci obbliga a rimettere in discussione ancora una volta la questione che lui non è il personaggio di una serie tv e invita, cordialmente, chi lo segue esclusivamente per tale ragione rimanendone anche amareggiato – constatando inoltre con offese e gratuite ingiurie il fatto che l’essere lui stesso un’intreccio di storie ed esperienze sia per loro una delusione – a lasciare silenziosamente la pagina.

Post originale:

“Non esiste una battaglia monotematica perché noi non viviamo vite monotematiche” – Audre Lorde

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Ho facilitato questa pagina da qualche tempo, abbastanza per notare alcuni comportamenti.

Uno di loro è un über fan di PRISON BREAK che si presenta qui aspettandosi di trovare il personaggio di uno spettacolo televisivo.

E non lo trova.

Così fa una delle tre seguenti cose: 1) lascia silenziosamente. 2) lascia rumorosamente. 3) rimane.

Lo capisco. Sì davvero. Comprendo che alcune persone desiderano che questa pagina esista fra l’angolo MICHAEL e SCOFIELD.

Non è così. Il perché non lo so.

Altre persone potrebbero desiderare che questa pagina esista all’angolo fra la SALUTE MENTALE e il SELF-CARE.

E ancora una volta, non lo è. Per l’analoga ragione.

Quando sento la parola “intersezione”, immagino inevitabilmente di stare in mezzo, letteralmente, ad un incrocio in cui si percorrono decine di strade, vicoli, viali, percorsi e terrosi sentieri …

Quando do un’occhiata alle segnaletiche posso leggere (in nessun ordine particolare): SALUTE MENTALE, SELF-CARE, DEPRESSIONE, SUICIDIO, FIGLIO, FRATELLO, ZIO, ATTORE, SCRITTORE, ATTIVISTA, IMMIGRATO, QUEER, GAY, MASCHIO, CISESSUALE, SULLA QUARANTINA, COSTITUZIONE ROBUSTA, RAZZA MISTA, PRIVILEGIATO, CELEBRITA’, STIGMATIZZATO, SOPRAVVISSUTO…

E così via…

Alcune vie hanno nomi che non sono mai stati resi pubblici. Altre devono ancora essere mappate.

Tutti loro comunicano chi sono io, come sperimento il mondo e come il mondo mi fa da esperienza.

Io esisto – vivo – in questa intersezione.

Così fa questa pagina.

Se questo non entra in risonanza… Se queste persone non sono a proprio agio con me e continuano a complicare questo/il mio intreccio, un intreccio espresso (in parte) anche attraverso questo mezzo, potrebbero essere nel lato sbagliato della città.

Se invece entra in risonanza… benvenuti. – W.M. <3

(traduzione a cura di Miria – 10 ottobre 2016)