Boundriana

Boundriana è una raccolta di post, commenti da parte dei fan e risposte di Wentworth, e qualche pensiero, condivisi all’interno dell’account instagram ufficiale di Went, nei mesi tra luglio e ottobre 2021. Il file di testo in pdf è stato caricato sul sito di scribd da Went stesso affinché chiunque avesse perso qualcosa, nei mesi estivi, potesse poi recuperare.

Wentworth ha poi eliminato ogni foto e post dall’account IG creando un profilo ex novo come è sua abitudine fare quando un nuovo capitolo di vita si preannuncia per lui, premurandosi appunto di farvi trovare tutto in questo link di scribd.

Alcune parti di alcuni commenti e botta e risposta sono stati modificati da lui affinché potessero essere più chiari e leggibili.

Trovate il link con la raccolta Boundriana a fine traduzioni. Ogni post e argomento trattato da Went dal giorno 7 agosto 2021 al mese di settembre è stato tradotto qui di seguito da Lucia Salvato. Trovate date e riferimenti nel file originale. Vi raccomandiamo di rispettare il lavoro dei nostri traduttori chiedendo il permesso per ogni condivisione sulle vostre fandom e di fare riferimento al nostro staff per qualsiasi richiesta. Grazie <3

post e immagine condiviso da Wentworth il 7 agosto 2021

Traduzioni:

(Originally posted on IG on the 7th August 2021)

“Non fa per me.”

Qualcuno mi ha detto questo quando ero un ragazzino che facevo quella cosa che fanno i ragazzini quando cerchi di fargli mangiare qualcosa che non vogliono mangiare e fanno tipo, “CHE SCHIFO.”

Mi dissero, “Hey. Tutto quello che devi dire è: “Non fa per me”. Quindi metti giù la forchetta.”

Questo vale (Secondo Me) su un ampio spettro come l’Americano Scorbutico che va all’estero e trova qualcosa che non avrebbe mai immaginato fritto che è infilzato su un bastoncino fritto che è infilzato su un bastoncino, e fa tipo, “CHE SCHIFO.”

Non fa “schifo.” Non è stato concepito/preparato/condiviso pensando a te. Non è per te. Questo è tutto ciò che c’è da dire (e nemmeno quello). Quindi metti giù la forchetta.

Oggi viviamo (e alcuni di noi sono cresciuti in) una Cultura della Recensione, in cui tutti + tutto è da Recensire. 24 ore su 7. (Con conseguenze.) Da Yelp a YouTube alle ricevute con link a sondaggi (“Come siamo andati?” 😀 ) siamo invitati, costantemente, a dire la nostra. Portandoci a credere che le nostre opinioni contino, che i nostri “mi piace” abbiano (o dovrebbe avere) un peso in questo mondo.

Si e no.

Su determinati argomenti? La nostra opinione è critica. Ovviamente. La gente ha bisogno di sapere cosa ne pensiamo.

Su altri…

Il problema (Secondo Me) è quando non riusciamo a riconoscere ciò che non fa per noi. Parliamo di ciò di cui non abbiamo alcun diritto di parlare.

Il problema (Secondo Me) è quando la Cultura della Recensione si tramuta in Cultura dell’Abuso, quando le persone che si sentono recensite + si ritrovano a desiderare di esserlo (a chi non succede?) colgono l’occasione di recensire, non per contribuire a una Discussione Critica, ma per bilanciare ciò che per loro non è bilanciato. Cioè per vendetta.

Il problema (Secondo Me) è quando le persone che esprimono il loro parere sul milione di piattaforme destinate allo scopo, prendono posizioni estreme per distinguersi. Per farsi notare rispetto al resto.

E allora le recensioni positive diventano pompini.

Le recensioni negative diventano omicidi compiuti con l’ascia.

Ho 1 milione di opinioni scortesi su 1 milione di cose (inclusi alcuni di voi). Il mio lavoro sembra quello di tenere a bada il mio Armadio da Colonizzatore (“Ascoltate, Nativi! Sono qui per recensirvi!”). Il mio Taschino Imperialista. Ricordando a me stesso (ogni giorno, ad ogni ora) che non tutto ciò che vedo/sento/tocco/gusto esiste per essere recensito da me. Ricordandomi che non è essenziale che io “metta il mi piace” a quella nuova tendenza/canzone/capelli o stile di vita o che io gli dia il pollice in su. E’ possibile che non siano per me. (Come io non sono per tutti.)

E metto giù la mia forchetta.


(Originally posted on IG on the 8th August 2021)

Non so se sia una mancanza di auto-consapevolezza o una mancanza di rispetto per noi stessi, ma a volte non sappiamo quando lasciare una festa.

Forse balliamo quel vecchio ballo solo per abitudine? Anche se il disco è graffiato e le nostre articolazioni sono indolenzite? Personalmente, io dico di spaccare quel cazzo di disco a metà. W.M.

P.S. Buona Domenica.

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(Originally posted on IG on the 8th August 2021)

Sono stato presente online per molto tempo su diverse piattaforme, e in quel lasso di tempo ho dovuto bloccare molti (ma molti) follower, la maggior parte dei quali rientra in 1 delle 2 categorie: Uomini eterosessuali omofobi (o “etero” in generale) e un secondo gruppo a cui è dedicata la seguente Poesia… *si schiarisce la voce*

Ehm.

Senti.

Senti, ho capito che sei apparso sulla mia pagina FB perché mi hai visto in Quella Cosa ed eri tipo Chi e’ Questo Ragazzo ti sei guardato intorno tipo Sì, Potrei Restare Qui, lui potrebbe essere il Mio Baby il Mio Migliore Amico il Mio Tesoro il Mio Migliore Amico Gay che pubblica post sul post-depressione e #fridayjukeboxes (ricordate i #fridayjukeboxes?) ed ero gay non GAY arrabbiato non ARRABBIATO e dirigevo la mia rabbia verso l’interno pensando a modi per uccidermi (come te) ed eravamo Tristi e Sofferenti Ma Insieme poi Tutto E’ Cambiato La Marea E’ Arrivata ed io ero TROPPO gay TROPPO arrabbiato e AUTISTICO (ehi! non iniziamo) improvvisamente è stato più difficile centrare te stesso il contenuto Non Di Tuo Gradimento tipo Chi è Questo Ragazzo Questo Non è Quello Per Cui Sono Qui hai detto con gli occhi stretti prendendo un sorsetto di traverso dalla tua cannuccia della tazza salvagoccia di Starbucks ma nemmeno allora non te ne sei andato NO era come se fossi io quello Che Non è D’accordo Quello Che La Sa Lunga che lascia commenti sarcastici mascherati da preoccupazione aspro asfissiamento ammantato di critica e oddio i post (oscurati) sulla Femminilità Tossica erano memorabili ops non avevo alcuna intenzione di attribuire una particolare razza sessualità o genere a questo zuccone ma Oh Beh Troppo Tardi comunque se sei ancora qui ad aspettare il tuo invito scolpito per Levarti Dal Cazzo consideralo già inviato e se hai bisogno di aiuto per trovare l’uscita io ti accompagnerò felicemente e poi ti sbatterò la porta dietro perché è letteralmente il minimo che io possa fare.


(Originally posted on IG on the 11th August 2021)

 Alcune persone, poiché non conoscono la storia di Me & la Razza (*o la Competizione), presumono che non ci sia niente da conoscere. Sentono “Princeton” e suppongono che io non abbia mai avuto problemi di apprendimento.

Alcune persone notano il mio modo modulato di parlare, presumono sia premurosità, non che io mi sia svegliato con la sensazione che l’inglese fosse la mia terza lingua e che la prima + la seconda siano scomparse.

Alcune persone presumono.

Queste “alcune persone” potrei essere io.

Presumevo che l’autismo assomigliasse a Dustin Hoffman o a un ragazzino biondo che ha una crisi in un parcheggio.

Dov’erano, tra queste supposizioni, le ragazze e le donne? La gente queer? Le Persone di Colore? Gli uomini che si affacciano ai 50? (Non c’erano.)

Facile presumere che non si trattasse di me. (Presumevo.)

“Le persone sono troppo occupate a pensare a loro stesse per pensare a te.”

Sì – a pensare a se’ stessi in relazione a te. Usiamo gli altri come indicatori per navigare la nostra identità. “Io sono questo quindi lei è quello. Lei è quello quindi io sono questo.” Poi si scopre che lei è questo E quello o né questo NÉ quello o ERA quello, ma ora è QUESTO e ci incazziamo. L’abbiamo messa nella sua scatola, siamo tornati più tardi per trovarla da qualche altra parte. (Bambina cattiva.)

Non è che lei sia “complicata” o “confusa”. È che abbiamo fatto affidamento sulla sua identità per fondare la nostra e ora siamo noi quelli complicati. E confusi.

Questo potrebbe essere il motivo per cui alcuni gruppi (bisessuali? genderqueer? fluidi? trans? di razza mista? neurodivergenti?) provocano alcune persone.

Perché loro non rimarranno fermi. Nonostante la nostra insistenza.

Alcune persone (ancora) si rivolgono a me come “Michael”, un genio/ ingegnere strutturale. Suppongono/insistono che dopo 90 episodi siamo una sola ed unica cosa. 1a stagione PB ho ricevuto una busta FedEx sul set. Dentro c’era un’equazione avanzata e una nota: “Risolvi questo”. L’ho messa via tranquillamente. La Matematica? Una lingua straniera. Le lingue straniere? Anch’esse estranee. Idem l’inglese (in alcuni giorni).

L’assunzione (“ecco la tua scatola”) e l’insistenza (“rimani lì”) potrebbero essere ciò che impedisce a molti di noi di essere visti. Di essere + di vedere noi stessi. Alcune persone – nella vita reale e online – non sono d’accordo col fatto che io evolvo la mia identità, che mi allontano da “Michael” o da “Wentworth” o da qualsiasi altra scatola che io mi sia costruito/in cui io sia stato messo.

Queste persone possono continuare e continueranno ad andare a fanculo.

“Evolviti o muori.” Stagnazione = disperazione. Movimento = speranza.

Anche guarigione. Se si tratta di scegliere tra le due cose, abbiamo davvero scelta?

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(Originally posted on IG on the 19th August 2021)

“Questo significa che sei gay.”

Il “gioco” aveva poco del gioco e più del trabocchetto.

“Guardati le unghie.”

Se ti guardavi le unghie con i palmi rivolti verso l’alto/le dita piegate verso di te, eri a posto (eri etero). Se ti guardavi le unghie con i palmi in giù/le dita allargate come un fottuto pavone, non lo eri (okay).

Il gioco/trabocchetto non è durato a lungo, si è diffuso rapidamente nella mia 5a (6a?) classe elementare in una settimana, tempo sufficiente per lasciare uno o due bambini (cioè me) esposti, (ancora più) impacciati. Non credo che sapessi cosa significasse “gay”, ma sapevo di dover girare i palmi verso l’ALTO in futuro.

È forse stata la prima volta che una parte del mio corpo/della mia persona si è sentita usata come un’arma? Che si e’ sentita usata contro me stesso? No. Ma molto presto ho dovuto prestare attenzione a molto altro. Alle mie mani prima di tutto.

“I gay parlano con le mani.”

Quando l’ho sentito? Alle Medie? Improvvisamente le tue mani erano in tasca o lungo i fianchi, magari sui fianchi (ma non troppo in alto). Non sbatterle/agitarle, per favore. Niente polsi molli. Tieni questa merda A Posto. Tienile giù. Questo è andato avanti… all’infinito.

Una decade. Anche di più.

“L’inglese non è la mia prima lingua… La mia prima è stata quella del sole, della luna e delle fottute stelle, quella che tutti i bambini conoscono quando vengono al mondo…”. L’ho scritto e condiviso su IG durante il mio percorso di diagnosi.

Il mio insegnante di recitazione era solito parlare di come osservava il suo bambino nella culla, di come lo vedeva muovere le braccia e di come le braccia muovevano le mani e di come le mani muovevano le dita come se fossero connesse al soffitto, al cielo e all’universo e oltre…

CAMBIO SCENA: Uomini adulti, mani in tasca, connesse a… cosa? A me e a me stesso?

Una strada senza uscita.

Io parlo con le mani. Perché sono gay? Chissà. So che certi giorni parlare senza le mie mani è difficile, le parole sono riluttanti a lasciare la mia bocca senza i gesti. È la mia prima lingua. Quella delle mani. Quella con cui sono nato.

CAMBIO SCENA SU: Io sul set, le mani in tasca, la telecamera che si stringe sul mio Primo Piano mentre io tengo fermo immobile tutto ciò che Viene Fuori Dal Mio Sguardo mentre sotto l’inquadratura, fuori dalla (vostra) vista, la punta del mio dito medio muove velocemente il pollice come un ala di colibrì.

Questo è andato avanti… all’infinito.

“I gay parlano con le mani.”

Sento qualcuno dire e la visione che ho è di un ragazzino gay, un piccolo me che si mette le mani in tasca… Dietro di lui c’è anche un altro ragazzino – senza nome, invisibile – che fa la stessa cosa.


(Originally posted on IG on the 20th August 2021)

In questo spazio (come su FB) cerco di tenere le mani a posto.

L’atmosfera è “Se c’è qualcosa qui per te, prendilo. In caso contrario, lascia stare”.

Cerco di non dare consigli. Non so cosa sia vero per te, quindi condivido ciò che è vero per me. Sottolineo che è la mia verità, non La Verità.

Fare diversamente è irresponsabile. Secondo Me. Un abuso di potere. E di influenza.

Il che mi porta agli “influencer”.

C’è una parola più raccapricciante nella lingua Inglese?

Perché quando scopriamo un po’ di Verità (sulla religione, su un nuovo regime per la cura della pelle) non vediamo l’ora di diffondere il vangelo, di infilarlo nelle gole di Quelle Persone Laggiù portando con noi i nostri germi + malattie?

Cos’è questa ossessione di mettere le nostre impronte su tutto? Di influenzare. Di rompere il cazzo.

Qualcuno di recente ha “influenzato” la ricetta dei Butterfinger (“Nuova e migliorata!”) e devo ancora riprendermi.

Respingere estranei/impronte strane può diventare un lavoro a tempo pieno. Nella Vita Reale + online.

La maggior parte della gente a malapena capisce se stessa, secondo la mia esperienza. Ma sa esattamente cosa è – o dovrebbe essere – Vero Per Te.

I miei commenti preferiti su questa pagina non hanno nulla a che fare con me. Per Vostra Informazione. Sono lasciati da persone che capiscono intuitivamente che i miei post non sono un invito a influenzare.

L’invito è quello di utilizzare ciò che condivido come un trampolino di lancio per condividere informazioni su di voi (se vi sembra giusto). O semplicemente di prenderlo. O di lasciarlo stare. #opzioni

Che dire di me? Sono anch’io un aspirante influencer? Ispirare voi mi ispira a ispirarvi? Hm.

Ho messo “auto-influencer” nella mia biografia una volta, in modo semiserio. Il fatto è che io influenzo me stesso 24 ore su 24, 7 giorni su 7. È fondamentale che io rimanga critico, che io metta in discussione le mie azioni. il mio bisogno di lasciare le mie impronte sulla cazzate. Mie e vostre.

Ecco il vostro Swami-Guru-Sensei!

LOL no. Passerò in Occidente e rimarrò Galadriel.

Il problema degli influencer è che prima o poi sento che il loro interesse per Il Mio Lato Della Strada è più per distrarre me (e loro) dal loro lato. Da finestre rotte + foglie non rastrellate. Da quel cassonetto incendiato in fondo al vicolo.

Il mio “consiglio”? Questa gente dovrebbe prima guardare al Loro Lato Della Strada, assicurarsi che sia pulito. Ordinato. Un esempio per il quartiere.

Poi forse verrà invitata a sedersi sulla mia veranda. Nel frattempo teniamo le mani a posto. D’accordo?


foto aggiunta da Wentworth Miller Italia

(Originally posted on IG on the 22nd August 2021)

“Smettila di preoccuparti di ciò che pensa la gente.”

Lo capisco. Sono d’accordo – c’è qualcosa in questo. Su cui vale la pena riflettere. E ho delle domande.

Dove saremmo se tutti smettessimo di preoccuparci di ciò che pensa la gente? Non voglio pensarci.

È un fulcro sociale. Tirarlo? La gente farà (anche) più cazzate di quante già non ne faccia.

Sono sensibile per natura, cresciuto in un ambiente in cui la mia sicurezza dipendeva da ciò che pensava la gente.

Non ti importava? Non eri intelligente.

Poi sono entrato in un business/in una cultura che consisteva letteralmente in me che entravo in una stanza piena di sconosciuti che erano del tipo, “Ehi. Cosa ne pensi di me?”

Mi sono letteralmente allenato ad essere (più) sensibile.

Quindi, quando un partner di scena diceva Quella Battuta, innescava in me una reazione che valeva la pena filmare.

“Smetti di preoccuparti di ciò – ”

Se tutta la tua persona non si preoccupa di ciò che pensa la gente, significa il contrario?

“Smetti di preoccuparti -”

Se sei un fan di qualcosa che ho scritto/recitato, dovrei essere indifferente? Una pietra?

“Smettila -”

Una bella idea, in definitiva irrilevante per la mia persona. La cucio su un cuscino, lo butto sul divano.

Ho affermato che non credo che esistano “spazi sicuri”. Possiamo lavorare per crearli, certo, ma dobbiamo riconoscere che prima o poi i pulsanti verranno premuti.

Il mio lavoro sembra quello di localizzare dove sono collegati i miei pulsanti + estrarli dal muro. Quindi, quando vengono premuti, non reagisco come prima.

Questo è (Secondo Me) diverso dal non preoccuparsi di ciò che pensa la gente. “Resto sensibile… E AL CONTEMPO non reagisco più senza pensare. Mi interessa quello che pensa la gente… E AL CONTEMPO farò quello che devo fare.”

Si tratta di fare una scelta. Secondo Me. Di poter scegliere.

Nei giorni in cui sono stanco + stressato ho meno scelta. I pulsanti si ricollegano, vengono premuti. Poi potrei passare il pomeriggio all’ombra a scrivere di cannucce salvagoccia, ridacchiando.

Nei giorni in cui ti ostini a farti beccare in mezzo ai miei denti come un pezzo di pollo, ti strapperò via, ti rimetterò dentro, ti masticherò a fondo, ti ingoierò e ti cagherò sotto forma di sceneggiatura. O di poesia.

Benvenuto al mio essere Mago. E anche un Artista.

Preoccuparsi di ciò che pensano le persone può portare a risultati interessanti.

Mi dispiace per le persone che non hanno strumenti simili nella loro cintura degli attrezzi, non hanno niente da fare e non hanno un posto dove andare quando i loro pulsanti vengono premuti.

Eccetto andare a casa. Dai loro cari.

Mi dispiace molto per loro.


(Originally posted on the 26th August 2021)

Verso la fine dei miei 2 decenni a Los Angeles, tutto mi irritava. Il caldo. Il traffico. I miei vicini. I miei ristoranti preferiti chiudevano uno ad uno.

Una donna a Venice Beach con cui mi trovavo mensilmente (non un’amica, più una consulente? una guida?) mi disse: “Sembra che il tuo contratto sia scaduto”. “Il mio contratto?”, “Con Los Angeles.”

Ha detto che abbiamo contratti – energetici, spirituali – con luoghi, persone, con parti di noi stessi (la parte a cui piace compiacere le persone, per es.).

Con nomi. Con FB. IG. In base ai termini, accettiamo di imparare A, B + C, ottenere D, E + F, cedere su X, Y + Z e poi andarcene. Il contratto è scaduto.

La nostra cultura pone l’accento altrove. “I miei genitori erano sposati da 60 anni!” “Siamo migliori amici dalla prima elementare!” “Sono nato in questa città!”

Passo (senza offesa). Non fa per me.

Quando è il momento di dire addio lo sento nelle ossa. Posso essere sentimentale ma non rimpiango il passato. “Stagnazione = disperazione, movimento = speranza”, ecc.

Anche durante un post-rottura agitato, sono entusiasta di iniziare un nuovo capitolo.

Ovviamente non tutti sono eccitati. LOL. Le persone temono il cambiamento, vogliono che le cose (voi) rimangano come sono (siete). Supplicano di prolungare il contratto, scaduto o meno.

Io: “Non ho niente di nuovo da dirti.” Loro: “Allora non dire niente di nuovo! Rispolveriamo i vecchi copioni, leggiamoli ad alta voce! Io ricordo ancora le mie battute!”

Ci scommetto.

È sorprendente cosa può succedere quando ti rifiuti di leggere quel copione un’altra fottuta volta. Quello che scopri di te stesso.

I miei contratti più sacri sono con me stesso, non con gli altri. “Per quanto tempo ho intenzione di fingere/eseguire/punire/simulare/struggermi/tollerare/mantenere lo spazio per (qualsiasi cosa)? Sto onorando il mio contratto? Lo sto violando? Forse ne ho bisogno di uno nuovo! Scriverò quello vecchio, lo brucerò nel vialetto. Come ci separeremo? Da amici? Da nemici? Con un bacio sulla guancia o un calcio nel culo?” Alla fine è stata una stretta di mano. Ho venduto tutto, ho preparato la macchina, ho lasciato Los Angeles.

La giusta mossa (*trasferimento) (per così dire)

E’ una mia impressione o dei Contratti Importanti stanno arrivando su tutti i fronti in questo momento? Per tutti noi? (Ho le mie opinioni al riguardo.) Saremo fluidi + flessibili? O daremo calci + urleremo? (Ho le mie opinioni al riguardo.)

Immagino che dipenda dal fatto che crediamo che ci siano nuovi contratti in offerta, che non rimaniamo intrappolati nei vecchi all’infinito.

Prenditi un momento per decidere. Aspetterò in macchina.

*qui Went ha fatto un gioco di parole, quando dice “La giusta mossa” (in inglese “The right move”) poichè “move” significa sia mossa che trasloco/trasferimento … per questo poi lui aggiunge “si fa per dire”. Lucia utilizza la parola”trasferimento” tra parentesi con asterisco per far capire che e’ il significato alternativo e che Went utilizza un gioco di parole.

(Originally posted on IG on the 30th August 2021)

Non siamo amici.

Ovviamente.

La maggior parte di voi (credo) lo capisce.

Se firmo un post “Vi amo ragazzi!” Intendo l'”amore” come lo ha definito James Baldwin. “Sii forte/audace”. Non tipo “Vieni, ti lascio vedere la mia scarpiera”.

Non voglio che veniate qui, punto. Se qualcuno dovesse passare senza preavviso, sarà accolto in stile Brooklyn di metà’ anni ’80, con un oggetto contundente.

La maggior parte di voi (credo) capisce che quando una “celebrità” pubblica “Vi amo ragazzi!” + un invito a vedere online la loro scarpiera, non significa che siete “amici”. Significa che stanno cercando di vendervi cazzate. Non si tratta di essere Più Santo Di Voi. Ho venduto cazzate (e lo farò ancora) su questa piattaforma. Ecco a cosa essa serve. A vendere. Attraverso la condivisione. Di un momento privato. Di un messaggio personale. Di un costume da bagno tirato giù Abbastanza per stuzzicare l’appetito/aprire i portafogli. Per spostare il prodotto. Il prossimo album. Il programma televisivo. La linea per la cura della pelle.

La maggior parte di voi (credo) lo capisce.

Poi ci sono quelli che si presentano qui condizionati altrove ad aspettarsi selfie/vendite, non li trovano e si lagnano. Si aspettavano di avere accesso + inviti, per avere la loro attenzione diretta (momentaneamente) verso qualcosa di interessante e quindi monetizzato. Li ho delusi.

Quello che speravano di trovare (non lo speriamo tutti noi?) è l’intimità. O l’illusione di essa. Un senso di (sostanzialmente falsa) amicizia. Come se fossimo amici che fanno shopping compulsivo in un negozio che io possiedo.

Secondo “The Social Dilemma” (ora su Netflix!), l’attenzione è LA merce di questi tempi. Chi ce l’ha, chi la vuole, ciò si fa per averla (e mantenerla).

Vedi: “Di tutto.”

Ovviamente non sono solo le celebrità (e le corporazioni dietro di loro) a volere questa dolce dolce attenzione. È a disposizione di chiunque. Sempre più persone sembrano disposte a stare al gioco. Cosa che ehi – io capisco. Abbiamo l’affitto da pagare.

Avendo già venduto pezzi di me stesso (no, non mi riferisco alle aste), ammetto di provare compassione – anche preoccupazione – per i “normali” che vendono cazzate online.

Non do “consigli” ma se fossi nei loro panni, cercherei di capire dove si trova il limite prima di raggiungerlo. Cosa è/non è destinato al pubblico consumo. Terrei qualcosa da parte. Lascerei un po’ di carne sull’osso.

Si chiama “feed” (*nutrire) per un motivo. Quello di cui si nutrono sei tu.


(Originally posted on IG on 1st September 2021)

I selfie. Già. Non ci tengo. Non fanno per me.

Detto ciò, una volta ho ripostato un articolo di opinione del tipo: “Se sei trans, Persona di Colore… fatti un fottuto selfie. Pubblicalo. Documenta la tua esistenza. La nostra cultura – il mondo – preferirebbe ignorarti. Se tu non fai una foto – EHI, ERO QUI – rischi di essere cancellato.”

Quindi sì. Fatti quel selfie.

La mia esistenza è intrisa di privilegi. Ciò include essere fotografato fino alla nausea. Non ho bisogno di documentare la mia esistenza perché è già ben documentata.

Altro lato della medaglia: non pubblico selfie perché la richiesta (l’insistenza) sembra da sguardo predatore maschile. Secondo me. Tu non esisti per il mio piacere visivo. E viceversa.

In tema di genere, il maschio viene criticato (meritatamente) ma il suo non è l’unico sguardo predatorio in gioco.

“Occhi davanti, sono un predatore.”(*)

Tutti noi abbiamo un’energia predatoria (Secondo Me) e mangiamo con gli occhi. Il modo in cui gestiamo questi appetiti fa parte del nostro lavoro in quanto persone adulte. Se non conosci il tuo lato predatore, chiedi a un amico di scattarti una foto la prossima volta che il tuo snack preferito ti viene fatto scivolare davanti o stai per guardare il tuo programma preferito. Benvenuto nel club.

In tema di genere, ho trascurato di includere i miei pronomi nella mia bio per tanto tempo. Ho sostenuto i pronomi personali di ALTRE persone ma personalmente non ne sentivo il bisogno. “Che m’importa se qualcuno mi chiama ‘lei’ o ‘loro?'” pensavo. “Mi va bene lo stesso.”

Non preoccuparsi è un privilegio. Mi sentivo al sicuro supponendo (di nuovo con le supposizioni) che nessuno mi AVREBBE chiamato “lei” o “loro” e se lo avessero fatto E ALLORA? sapevo chi ero E avevo i documenti per dimostrarlo. Di nuovo – intriso (*di privilegi).

Così ho aggiunto i pronomi alla mia bio. E mi scuso per non averlo fatto prima. Mi scuso anche per il “Vi amo ragazzi!” in un post recente. Intendevo “ragazzi” come qualcosa di onni-inclusivo, ma non tutti gli inclusi sono un ragazzo o vogliono essere indicati come tali. Avrei potuto dire “y’all” o “yinz” ma, affezionato come sono al Texas e a Pittsburgh, non credo di poterlo fare.

Qualcuno leggendo questo starà pensando: “Oddio, sono tutti super sensibili di questi tempi”.

Probabilmente questo qualcuno ha anche problemi con gli avvisi in situazioni potenzialmente sensibili. Andrà probabilmente al bar Venerdì sera, passerà a prendere Bob sulla strada per incontrare Bill, e dirà: “Ehi, Bob, non parlare dell’ex di Bill stasera. È ancora sensibile al riguardo”.

(*) ndt: l’affermazione deriva dal modo di dire “Occhi davanti, l’animale è un predatore. Occhi sui lati, l‘animale è una preda.” – ” Eyes in the front, the animal hunts. Eyes on the side, the animal hides.”

Nessuna descrizione della foto disponibile.
immagine caricata da Went per identificare il post che segue del 3 settembre 2021:

(Originally posted on IG on the 3rd September 2021)

Avviso di Contenuti Sensibili: Suicidio.

Posso prendermi un momento per toccare un Tema Principale di Tutta una Vita?

Parlo della (lunga) strada verso quel luogo che noi onoriamo, il Sé. La verità (o “verità”) su chi/come siamo.

Non sono ancora lì. Ma miglia da dove sono partito.

Da dove sono partito: Puritano con la camicia di forza. Per così dire. “Per favore” e “Grazie” la punta di un profondo e sgradevole iceberg.

Quando mi sono iscritto a un corso di recitazione a vent’anni, sapevo di voler diventare un attore, ma avrei saputo dire il perché? Non fino a quando il mio insegnante ce lo disse esplicitamente:

“Recitare è una scusa per essere inappropriati. Per fare e dire cose inappropriate.”

Seduto lì chiuso e oppresso, ho trovato ciò (a dir poco) allettante.

Ho capito che avevo il permesso (finalmente) di liberarmi. Di disgregare. Di dis-“Piacere”” e niente “Grazie”. Di sganciare un vaffanculo. Una verità scomoda. Di lasciare la politica della rispettabilità alla porta (del palcoscenico). Di fallire (alla grande).

In classe, naturalmente. Non nella vita reale. Un passo alla volta. Ho imparato (nel tempo) ad accettare l’invito, a ritrovare (non a perdere) il mio Sé nel personaggio, ed è stato… divertente? Pericoloso? Liberatorio? Tutta questa bella roba. Sono migliorato. Sono stato fortunato, ho iniziato a lavorare.

Ma penso che mi sia sfuggito il punto. A quel tempo. Penso che il mio insegnante volesse dire “recitare è una scusa per essere te stesso”. La “cosa inappropriata” potrei, infatti, essere io.

Me stesso.

Quella era la mia verità (o “verità”) all’epoca. Che ero inappropriato. Era ciò che ero stato portato a credere. La messaggistica è iniziata Là Fuori, e ha continuato fino a quando non è entrata Qui Dentro.

Se iniziano abbastanza presto a insegnarti che non vale la pena onorare il tuo Sé, continuerai a disonorare il tuo Sé anche molto tempo dopo che i tuoi insegnanti se ne sono andati.

Se iniziano abbastanza presto, ucciderai il tuo Sé da te stesso. Gli risparmierai il disturbo.

Recitare era avere il permesso (finalmente) di “fare e dire” ma anche di essere. In classe e (finalmente, in ultimo) nella vita reale.

Spero che tutti voi continuiate a cercare spazi in cui avete il permesso – potete darvi il permesso – di essere “inappropriati”. Qualunque cosa questo significhi per voi.

Nel frattempo questa pagina diventerà presto silenziosa. Rimarrà ma silenziosa.

Un’altra offerta da farvi. Verrà caricata Domenica. Link nella mia bio.

Grazie per esservi uniti a me in questo tratto di strada.

FONTE ORIGINALE scritta e raccolta da Wentworth Miller (1 ottobre 2021): https://it.scribd.com/document/529052162/Boundriana

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