Wentworth Miller Vuole Essere Onesto Con Voi

Details: Dopo la conclusione di Prison Break nel 2009, sei passato dalla recitazione alla sceneggiatura — scrivendo infine Stoker (2013), sotto lo pseudonimo di Ted Foulke. Perché?

Wentworth Miller: sentivo di aver bisogno di un cambiamento. Dopo aver lavorato per quattro anni per un intenso network drama, ero veramente distrutto. Ci volevano quattro ore, ogni giorno, da dedicare solo al trucco per i tatuaggi. Quindi, l’idea era quella di vedere cosa succedeva dall’altro lato della cinepresa. Non mi ero mai considerato un autore, però quando ho scritto Stoker, il responso ottenuto è stato positivo. Ho scelto di usare uno pseudonimo perché non volevo che altri attori pensassero che io avessi scritto la parte per me, per poi decidere di non volerla nemmeno interpretare.

Details: Più che altro , è più semplice mantenere in forma il fisico di uno sceneggiatore.

Wentworth Miller: Vero. C’è molta pressione sugli attori affinché mantengano degli addominali scolpiti e tutto il resto. Ma io non ne sono mai stato ossessionato. A volte, mi piace poter essere un po’ più in carne. E’ come essere una forza da tenere in considerazione. Ad un certo punto, avevo preso poco più di 20 kg. Consideravo il cibo come una cura per qualcosa che mi mancava dentro. Era come mettere strati di protezione tutti intorno a me.

Details: Hai ammesso di essere depresso. Che cosa ti aiuta?

Wentworth Miller: Faccio parte di un gruppo che si chiama ManKind Project. Ci vado una volta a settimana ed è un posto sicuro in cui poter parlare di ciò che provo, che sia qualcosa di bello, brutto, molto brutto o davvero brutto. Adesso sappiamo come aiutare chi fa coming out — ci siamo formati, ormai — ma è difficile ammettere di essere triste o di aver pensato al sucicidio, perché le persone non sanno come aiutarti. Tristemente, soprattutto per quanto riguarda gli uomini, non si sa come gestire le conversazioni.

Details: Nel 2013 hai fatto coming out. E’ stato come toglierti un peso?

Wentworth Miller: Mi sento più completo. Dopo la fine di Prison Break, ho realizzato che chi ero in pubblico era in disallineamento con chi ero in privato, per quello che provavo. Tra i 20 e i 30 anni avevo fatto coming out con alcune persone e a 30 anni l’ho detto alla mia famiglia ed ai miei amici. Ma professionalmente, nutrivo una fantasia. Mi ero creato quell’aria di “Non parliamo di questo”.

Details: Ti penti mai di aver mentito durante le interviste, dicendo: “Non sono gay”.

Wentworth Miller: Il mio volto era sui cartelloni pubblicitari ed ho pensato che il mio lavoro era quello di agire in un determinato modo. Ma credo che il pubblico, almeno un po’, l’avesse capito.

Details: Credi? Una massa di donne era solita urlare il tuo nome. Ti sei mai preoccupato di allontanarle, venendo allo scoperto?

Wentworth Miller: No. Sullo schermo c’è il personaggio, non la persona che lo interpreta. Il personaggio è la proiezione di chi vogliamo interpretare. Credo che sia possibile avere una cotta per un uomo, se non sei gay, o essere donna ed avere una cotta per un ragazzo che è gay. L’attrazione è fluida e credo che la nostra fantasia è abbastanza forte da essere rinchiusa in contenitore di complessità, anche quando pensiamo, a livello subconscio, che qualcosa non è ciò che sembra essere.

Details: Attualmente, sei protagonista al cinema, dal 30 Gennaio, con The Loft. Un thriller che racconta di un gruppo di uomini che scoprono il cadavere di una donna in un appartamento segreto in cui sono soliti portare le loro amanti. Essere un autore ha cambiato la tua prospettiva sulla recitazione?

Wentworth Miller: Dovete capire che tutto è sempre una collaborazione. Non sono del tutto responsabile di quello che scrivo, così come non sono del tutto responsabile delle mie performance. Ogni lavoro in cui sono coinvolto dovrebbe riportare la scritta: “Di Wentworth Miller e l’Ufficio di Montaggio C”.

Details: Una volta hai detto di aver partecipato a più di 450 audizioni. Qual è stato il peggior lavoro che hai dovuto accettare per far quadrare il bilancio a fine mese?

Wentworth Miller: Il primo lavoro è stato quello di capufficio presso una piccola compagnia che girava film per la TV. Il mio datore di lavoro mi aveva fatto chiamare per quella che pensavo essere una promozione. Invece, aveva il bagno rotto. Ho passato un’ora a disegnare uno schema dell’interno dello sciacquone da mostrare al ragazzo giù a Plumbers Depot, così da poter tornare indietro e passare quattro ore con le mani nella tazza, cercando di riparare quel coso. Devo aver tirato lo sciacquone circa 200 volte.

Details: Ci sono lezioni di vita che puoi condiviere dal set di Resident Evil?

Wentworth Miller: Alla gente piacciono gli zombie. Interpretare uno zombies è più divertente che essere un ragioniere. E poi essere uno zombie paga.

Details: Ti sei laureato in Inglese, nel 1995, a Princeton, poi quattro anni più tardi, hai ottenuto il tuo primo ruolo come mostro marino in Buffy The Vampire Slayer. Hai mai pensato:“E’ per questo che sono andato a Princeton?”

Wentworth Miller: Sinceramente, non avevo alcuna esperienza e facevo qualunque cosa pur di mantenermi. Mi incollarono sul petto questo protesico pezzo con delle squame. Poi, al di sopra di questo pezzo c’era come della pelle umana. Dovevo passare dallo strato in cima per rivelare la bestia che c’era dentro. Tre ore dopo, la makeup artist mi dice: “Possiamo squarciare solo uno di questi pezzi, perciò non devi fare errori”. Hollywood può essere un posto davvero strano.

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