La cultura maschilista, danneggia gli uomini.

Wentworth Miller, il 3 novembre 2016, posta su facebook un link di riferimento sulla questione della macho culture. (Fonte) e rimarca il suo punto di vista con i seguenti hashtag, argomenti con cui noi siamo TOTALMENTE d’accordo.

#men

#mentalhealth

#gender

#erikalsánchez

#everydayfeminism

#alternet 

Il link postato da Went apre un’affascinate e intelligente discussione fra i suoi fan (as usual), e pone un quesito dedicato sia a quelli di noi più aperti e culturalmente avversi alla cultura maschilista, sia a chi purtroppo ancora non è pronto a comprendere il danno e il disagio che una cultura del genere – ancora in vigore in questo secolo – può causare. Miller non è estraneo ai concetti espressi da questo articolo da lui posto all’attenzione (vedi articolo) poiché il tema centrale della sua tesi di laurea (1995) si addentrava proprio all’interno di queste dinamiche, concentrandosi sulla doppia identità femminile (e non solo), abbozzando quello che poi sarebbe stata la sua impressione odierna, in merito al concetto di intersezionalità dell’individuo, e collocando tutto ciò all’interno di una cultura machista. Tale argomento è stato abbracciato con orgoglio e intelligenza dai suoi followers sul social network, ma non tutti ne sono usciti entusiasti.

Quanto segue è stato motivo di “Open Thread“.

Screenshot dalla pagina di Wentworth Miller – 3/11/2016

“Ho allegato un commento che mi è stato fatto in risposta al mio post sul ‘4 Ways Sexist, Macho Culture Hurts Men’.

Normalmente avrei semplicemente bannato questa persona. Questi sentimenti hanno un valore nutrizionale pari a zero, secondo me, riflettono un sistema di credenze antiquato che non è solo dannoso ma destinato ad estinguersi.

Detto questo, la posizione espressa apre spunti per alcuni argomenti interessanti. Come l’esibizione del proprio genere, il controllo del genere, l’umiliazione, la sessualità, la proiezione, la tossica mascolinità e la diminuzione del dibattito pubblico.

Per citarne alcuni.

Grazie per aver commentato, e per aver fornito un prezioso trampolino di lancio. – W.M.”


Successivamente ai commenti di risposta e alla conversazione innescata da questo post, Wentworth (il giorno seguente 4/11/2016) replica ancora.

Fonte originale del post.

“Ho letto un po’ di amabili commenti oggi. C’è stato un sacco di cibo per la mente.

Ho anche letto un sacco di consigli. Alcuni di questi riassunti in ‘Sono solo parole’. ‘Bastoni e pietre’ (ndr: “ignorali”) Ecc.

Riconosco e apprezzo che questo arrivi da un posto protetto di supporto positivo.

Se solo fosse vero.

Le parole contano. Le etichette contano. Il modo in cui noi parliamo l’uno dell’altro, conta. Un giorno i politici vomitano odio dal loro podio e il giorno successivo questo si tramuta in violenza nel mondo reale. Questo lo sappiamo.

E c’è dell’altro, secondo la mia opinione, ‘non dovresti permettere che questo ti tocchi’ che è il messaggio in codice per dire ‘Sii uomo’.

Con tutto il rispetto, ritengo che anche questa sia un’altra forma di vigilanza di genere. Per la cronaca, il commento di questa persona è stato per me solo un attimo sgradevole. Poi è finita lì.

Mi ha colpito perché sono un essere umano.

Io sento cose. Poi ci passo oltre.  Uno dei modi che ho per farlo è di esaminare la situazione e di trovarne il dono. Il tesoro. La lezione.

E’ come quando qualcuno è appena stato chiamato “femminuccia” (a causa di #sessismo #misoginia #omofobia #tossicomascolinità) e questa mi è sembrata un’opportunità per un’analisi, una discussione. E l’ho colta. Da qui il repost.

Questa pagina continuerà ad essere un posto dove le parole contano. Se questo è di vostro interesse, rimanete nei paraggi! – W.M. ” 

 


Traduzione e articolo a cura di Miria